SANTOLINA APUANA
(Santolina leucantha)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
8 novembre 2009

(f.f.) la Santolina Leuchanta è un endemismo esclusivamente apuano con un fiore la cui bellezza viene esaltata dall’ingrandimento fotografico. È piuttosto diffusa sulle rupi calcaree ed alcuni la raccolgono per farne gradevoli infusi.

PREMESSA

Nel paese di Vinca quando si parla di camomilla ci si riferisce in realtà alla Santolina Leucantha. I suoi capolini vengono raccolti con cura e fatti essiccare, poi sono usati per produrre infusi simili, appunto, alla camomilla[1]. Molti vanno a raccogliere i fiori sulle rupi calcaree e nel farlo alcuni si inerpicano per canaloni molto ripidi per i quali poi non sempre è semplice scendere.

È capitato più volte che sia stato necessario l’intervento del soccorso alpino per recuperare i temerari raccoglitori, approfittando del fatto che in zona sostano spesso i volontari del Cai pronti a prestar soccorso ad alpinisti ed escursionisti che frequentano i bellissimi monti che circondano il paese. Purtroppo non sono nemmeno mancate le vittime.

Per questo oggi molti hanno imparato a coltivare la pianta vicino alle loro abitazioni per lo più su muri a secco e, quindi, percorrendo le stradine di Vinca capita spesso di imbattersi in questa bella pianta.

SANTOLINA

Oggi questa specie è conosciuta come Santolina Leuchanta Bertol.[2] In passato invece era conosciuta come Santolina pinnata Viv.[3] ed ancora prima era conosciuta come Abrotanum foemina.Santolina leucantha (Santolina apuana)

Essa è chiamata: Santolina apuana, Crespolina delle Apuane, Santolina verde, Pan di capra (nel massese), Camomilla dei monti (a Vinca).

Il nome generico Santolina è alterazione del latino santonicum (o santonica herba) in greco santonikon assenzio, dal nome della popolazione gallica dei Santoni. Per altri, invece, deriva dalla città greca Xanthos, oggi in territorio turco, e per altri ancora dal latino sanctus, quindi erba santa in relazione alle sue virtù farmacologiche.

Il nome specifico leuchanta deriva dal greco. Leukos significa bianco e anthos fiore, quindi significa “dal fiore bianco” in riferimento alla sua calatide.

Questa specie è endemica[4] delle Alpi Apuane ed è considerata uno schizoendemismo. Cioè una popolazione originaria si sarebbe separata in popolazioni diverse a causa di fenomeni geomorfologici con conseguenti differenti storie evolutive che avrebbero portato alla formazione di nuove specie.

Dall’antichità, in tutta l’area mediterranea, le santoline sono state usate per profumare l’aria e per tener lontano le zanzare mettendo le piante alla finestra. Le loro proprietà repellenti erano usate anche per tener lontano larve ed insetti dalla biancheria ponendo i fiori essiccati negli armadi insieme ai vestiti. Era usata anche come vermifugo.

Nella nostra zona dai capolini essiccati si ottiene un infuso amaro simile alla camomilla con proprietà antidolorifiche e calmanti. Sotto il caldo sole estivo le foglie di Santolina emanano un odore piuttosto sgradevole.

Il genere Santolina è formato da arbusti aromatici spesso endemici e con areale ristretto. Esso è presente nella penisola iberica, nelle Baleari, nella Francia meridionale, in Sardegna, in Corsica, nelle coste tirreniche ed in Algeria e Marocco. Il centro di speciazione è considerata la penisola iberica dove esistono numerose specie endemiche.

In Italia il genere Santolina si trova, allo stato spontaneo, in due aree principali: area tirrenica ed area sarda (e corsa). Nell’area tirrenica ci sono quattro schizoendemismi: la Santolina ligustica Arrigoni[5], la Santolina leucantha Bertol., la Santolina etrusca Marchi et D’Amato[6] e la Santolina neapolitana Jord. et Fourr. Queste specie si sono originate lentamente per progressiva differenziazione legata ad isolamento geografico, ecologico e genetico ed hanno 18 cromosomi. Nell’area sardo-corsa sono presenti due specie: la Santolina corsica Jord. et Fourr[7]. e la Santolina insularis Arrigoni che hanno 36 o 54 cromosomi[8] il che indica chiaramente che le specie peninsulari sono più antiche di quelle isolane.

LA PIANTA

Classificazione: divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia Asteraceae (Compositae); Sottofamiglia Asteroideae; Tribù: Anthemideae; Genere Santolina.

Forma biologica[9]: Camefita fruticosa (simbolo: Ch frut). Camefita (simbolo Ch): pianta perenne e legnosa alla base con gemme svernanti poste all’altezza del suolo tra 2 e 30 cm. Fruticosa (simbolo frut): significa che ha aspetto arbustivo.

Descrizione: è un piccolo cespuglio che raggiunge circa 30 cm di altezza, legnoso ed ingrossato alla base.

I fusti sono ascendenti con ramificazioni erette e parallele. Le foglie sono glabre (= prive di peli) o glabrescenti, sono strette e lineari e lunghe circa 3 cm e si presentano come sottili lacinie(= lobi lunghi, stretti ed irregolari) pennate (= hanno foglioline disposte ai due lati del rachide come nelle penne degli uccelli) distiche (= in due file) o tetradistiche. Da questa caratteristica deriva il nome Santolina pinnata con cui la pianta è anche conosciuta. Alla base del cespuglio ogni anno vengono emessi i nuovi fusti fioriferi eretti che sono nudi all’apice dove portano l’infiorescenza e fogliosi alla base. L’infiorescenza è una calatide[10] quasi sferica del diametro di circa 1 cm, i fiori sono bianchi tubulosi con forma a campanula e lembo stellato a 5 lobi triangolari al centro dei quali spiccano gli stami giallo arancio. Le brattee involucrali sono carenate e membranose in punta. Il frutto è un achenio (= frutto secco indeiscente cioè che non si apre spontaneamente) oblungo.

Antesi: da Giugno ad Agosto

Tipo corologico: endemismo delle Alpi Apuane quindi vive solo in Toscana nelle province di Massa-Carrara e di Lucca.

Habitat: rupi, per lo più calcaree, ed in spazi erbosi esposti al sole tra i 500 ed i 1500 metri di quota.

PROBLEMI ECOLOGICI

La pianta prospera nell’intero territorio apuano dalle cave abbandonate ai fianchi scoscesi di montagne fino ad alta quota. Nella Lista Rossa della regione Toscana è considerata pianta LR cioè lower risk (a rischio minore) quindi al momento non esistono seri problemi ecologici.

Altre foto possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 La Matricaria recutita L., conosciuta come camomilla vera, è una parente stretta della Santolina leuchanta, appartiene infatti alla stessa famiglia, sottofamiglia e tribù: è quindi un genere diverso. Questo spiega la somiglianza negli effetti degli infusi delle due piante.

2 Bertol. è l’abbreviazione che viene usata dopo il nome latino delle piante descritte e classificate da Antonio Bertoloni (Sarzana 1775 – Bologna 1869). Egli si laureò in medicina e si dedicò poi alla botanica ed è considerato il più insegne botanico italiano del 1800. Scrisse una monumentale opera in 10 volumi sulla flora italiana: “Flora italica: sistens plantas in Italia et insulis circumstantibus sponte nascentes”.

3 Viv. È l’abbreviazione usata per le piante descritte da Domenico Viviani (Legnaro di Levanto (SP) 1772 – Genova 1840). Dopo gli studi di medicina si dedico alla botanica e fu, per 36 anni, professore all’Università di Genova.

4 Gli endemismi apuani sono diversi: Aquilegia bertolonii, Astrantia pauciflora, Athamanta cortiana, Biscutella apuana, Carum apuanum, Centaurea arachnoidea, Centaurea montis-borlae, Galium purpureum var. apuanum, Polygala carueliana, Salix crataegifolia, Santolina leucantha, Saxifraga autumnalis var. atrorubens, Silene lanuginosa. Questo elenco deve essere considerato provvisorio e parziale dal momento che gli studiosi stanno ancora studiando le piante apuane.

5 Questa specie prospera in provincia della Spezia tra Levanto e le Cinque Terre. La pianta è coperta da una fine peluria cinerina ed ha calatidi più piccole. È considerata specie gravemente minacciata di estinzione.

6 È diffusa nell’antiappennino tosco-laziale.

7 Presente in Corsica e Sardegna.

8 Sono casi di poliploidia con un aumento del numero di cromosomi rispetto al normale assetto diploide (2n). la poliploidia è uno dei modi per formare nuove specie vegetali.

9 La forma biologica deriva dalla classificazione delle piante ideata dal botanico danese Christen Raunkiaer (1860-1938) detta Sistema Raunkiaer. Esso è basato sull’adattamento che il vegetale ha elaborato per superare la stagione avversa. In particolare vengono prese in considerazione le gemme dormienti. I gruppi da lui usati sono delle classi ecologiche o forme biologiche. C’è da aggiungere che la stessa specie vegetale può appartenere a forme biologiche diverse secondo l’ambiente nel quale viene considerata.

10 La calatide è un’infiorescenza a capolino con fiori sessili, piccoli e numerosi. Il ricettacolo è circondato da brattee.