SENTIERO CAI 128
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
04 aprile 2014

(f.f.) questo sentiero unisce la strada del Cipollaio, poco distante da Tre Fiumi, con la Foce di Mosceta passando per l'Alpeggio del Puntato e permette una gran varieta di escursioni.

 
 

SENTIERO 128

Il sentiero è di competenza del Cai sezione Lucca.

Tragitto

Strada del Cipollaio (778 m) - innesto sentiero 11 - Chiesa del Puntato (990 m) - Foce di Mosceta (1170 m) [innesto sentieri 9, 124, 125, 126, 127,129].

Un tratto in località Puntato è comune con il sentiero 11 e il breve tratto dal Rifugio Del Freo alla Foce di Mosceta con il sentiero 124.

Informazioni sulla zona di partenza

Strada del Cipollaio

Il sentiero 128 inizia a circa un paio di chilometri dall’uscita della Galleria del Cipollaio (partendo da Seravezza verso Arni o Castelnuovo). Poco prima si trova l’inizio del sentiero 129 ben evidente e con uno spiazzo parcheggio abbastanza capiente. Dopo qualche curva in discesa, presso una costruzione sulla sinistra, troviamo l’inizio del nostro sentiero che sale verso destra. Lo spazio per le auto è veramente limitato, nel qual caso è possibile lasciare l’auto presso l’inizio del 129 e arrivare al 128 a piedi.

Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino all’inizio della Galleria del Cipollaio (17,5 km) che si percorre, poi si prosegue per circa un paio di chilometri (20 km) fino a una costruzione a sinistra presso una curva. É possibile arrivare anche da Massa passando per Arni oppure da Castelnuovo Garfagnana seguendo le indicazioni per la Galleria del Cipollaio.Strada del Cipollaio, nei pressi dell'inizio del sentireo 128

Foce di Mosceta

È raggiungibile solo con sentieri, da Levigliani e da Passo di Croce servono circa 1h 45', tutti gli altri itinerari sono più lunghi.

Descrizione del percorso

Difficoltà: E (facile), il dislivello è limitato e non ci sono tratti esposti. In inverno neve e ghiaccio aumentano le difficoltà.

Stato del sentiero: ben segnato e presenti tutte le necessarie indicazioni.

Tempi: andata: 4 ore
Ritorno: 3h 20'

Il percorso

Sintesi: Esso segue un bosco panoramico sui versanti settentrionali del Freddone fino al Puntato dal quale raggiunge il Rifugio per una bella faggeta che tocca la Tana dell’Omo Selvatico.

Il sentiero 128 inizia a circa un paio di chilometri dall’uscita della Galleria del Cipollaio (partendo da Seravezza verso Arni o Castelnuovo). Poco prima si trova l’inizio del 129 ben evidente e con uno spiazzo parcheggio abbastanza capiente.
Dopo qualche curva in discesa, presso una costruzione sulla sinistra, troviamo l’inizio del nostro sentiero. Lo spazio per le auto è veramente limitato, nel qual caso è possibile
lasciare l’auto presso l’inizio del 129 e arrivare al 128 a piedi. Tutte le pubblicazioni chiamano il luogo di partenza Tre Fiumi anche se questo nome viene usato, più correttamente, per il gruppo di costruzioni poste circa 500 metri più avanti.Mosceta
Il primissimo tratto di sentiero è attrezzato con una catena metallica per favorire la progressione in salita in caso di fondo bagnato. Entriamo subito nel bosco. Il sentiero, ben segnato e ben evidente, percorre il versante settentrionale del Monte Freddone che sovrasta la valle della Turrite Secca e, a tratti, intravediamo a sinistra il Monte Fiocca e il Sumbra. La salita è abbastanza decisa con qualche tornantino iniziale. A 10’ la visuale si apre sui monti citati e poco dopo superiamo alcuni ruderi. Il sentiero è adesso molto ameno con tratti a falsopiano e poi sale nella faggeta. A 40’ ci sono altri ruderi e un paio di minuti dopo c’è un riparo che somiglia a una vecchia maestà (circa 1010 m) presso un bel punto panoramico. Poi segue un tratto a saliscendi che porta a 01h 23’ a circa 1070 metri di quota a scavalcare la cresta ENE del monte Freddone. Il panorama adesso si apre sul Canale delle Fredde e, in particolare, sulla zona del Puntato, sullo sfondo campeggia la mole del Pizzo delle Saette. Da qua è possibile, con percorso impegnativo e non segnato, salire alla vetta del Freddone. Adesso scendiamo per un centinaio di metri e a 01h 48’ vediamo sulla sinistra il Rifugio Robbio. Infatti nella zona del Puntato, antico alpeggio della comunità di Terrinca, alcuni casolari sono stati ristrutturati e sono adibiti all’accoglienza di escursionisti e scolaresche. Continuiamo a scendere trovando qualche altro casolare e a 01h 48’ superiamo qualche tratto su roccia da percorrere con attenzione in caso di fondo umido e subito dopo superiamo un ramo del canale con facile guado e cambiamo versante. A 01h 55’ siamo presso un ramo dello stesso canale con bella fonte di acqua freschissima e indicazioni per il Rifugio la Quiete verso destra. Costeggiamo in salita il corso d’acqua mantenendolo alla nostra sinistra e a 02h 09’ ci immettiamo nel sentiero 11. Esso a destra si dirige a Fociomboli, dopo aver superato il padule omonimo. Invece a sinistra il sentiero 11 prosegue con un tratto comune con il 128 e a 02h 12' siamo presso la Chiesetta del Puntato, di fronte alla quale continua il sentiero per tratto alberato.
Inizialmente il sentiero è in lieve discesa per poi salire e a 02h 27’ siamo a un bivio: il sentiero 11 prosegue a sinistra per Col di Favilla mentre il 128 inizia a salire verso destra. La salita a tratti è molto ripida e faticosa e a 02h 32’ siamo presso alcuni ruderi, continuando la salita si fa meno aspra e a 03h 03’ arriviamo a uno spiazzo con un rudere molto panoramico sul Pizzo delle Saette, ma subito dopo rientriamo nel bosco che si fa più luminoso e a 03h 11' la vista si apre sulla Pania della Croce verso sinistra e poi rientriamo nel bosco con ancora qualche saliscendi. A 03h 24' arriviamo alla Grotta dell’Uomo Selvatico che riveste interesse speleologico. Continuiamo a salire fino a uscire dal bosco a 03h 42’, sulla sinistra abbiamo il canale delle Verghe e la Pania e più avanti vediamo la Foce di Mosceta. Dopo pochi minuti c’è una bella fonte a sinistra e a 03h 50’ siamo al rifugio Del Freo di Mosceta. Da qua scendiamo verso sinistra superando un ponticello di legno e fiancheggiando l'abetaia e a 03h 55' siamo alla Foce di Mosceta.

Aspetti di rilievo del sentieroPuntato

Puntato

Si trova alla base del versante settentrionale del Corchia e consiste in una conca prativa tra i 1000 e i 1100 metri di quota a cui arrivano i sentieri 11 da Fociomboli e 128 da Tre Fiumi per il Rifugio Del Freo. La conca è circondata dal Corchia, dal Freddone e dalla Pania della Croce con il ben evidente Pizzo delle Saette. Il Puntato era un alpeggio dei pastori della comunità di Terrinca ed esistono in zona vecchi casolari e anche una chiesetta che sono stati ristrutturati. Alcuni casolari sono adibiti all’accoglienza di escursionisti e gitanti con posti letto e cucina: la Baita “Il Robbio” che è una piccola azienda agricola, la Baita “Ciampi” e il Rifugio “La Quiete”. La chiesa è dedicata alla SS. Trinità e risale al 1679, vicino c’era una maestà più antica fatta edificare per sua devozione da Francesco Bacchelli con icona marmorea dedicata alla Madonna del Rosario col Bambino e S. Giovani Battista. Dopo lo smantellamento della maestà l’icona fu murata sul muro della chiesa e rubata nel 1973.

Tana dell'Uomo Selvatico

Localmente Buca dell’Omo Salvatico. È situata nel comune di Stazzema a dieci minuti dal rifugio Del Freo, lungo il sentiero 128 per il Puntato e Col di Favilla, sulla sinistra del Canale delle Verghe. L’ingresso è posto a 1150 metri, la profondità è 281 metri e lo sviluppo totale è circa 1400. La grotta era conosciuta dai valligiani da tempo immemorabile e su di esso avevano creato leggende paurose. La prima discesa, di poche decine di metri, risale al 1912, una successiva nel 1923 si spinse più avanti, ma solo nel periodo 1929-1930 una spedizione del GSF (gruppo speleologico fiorentino) percorse la grotta per intero. L’ingresso è un inghiottitoio di dimensioni imponenti nel quale si perde un piccolo corso d’acqua che scende dal Corchia, la grotta consiste in una serie di gallerie e di pozzi. Il nome deriva da una figura molto diffusa nel folklore locale e in generale in quello mondiale. Peloso, mostruoso, selvaggio e abitatore di caverne l’homo selvaticus è un mito che nasce con l’umanità: è il passato ancestrale che non si può dimenticare. A esso si guarda da una parte con nostalgia per quello che si è perduto e dall’altra con disprezzo e senso di superiorità per la civiltà che pensiamo di aver acquisito. Quindi viene considerato con un misto di paura e di ammirazione ed egli stesso acquista sia valenze positive che negative nell’immaginario collettivo.
Le leggende locali dicono che egli insegnasse ai pastori come utilizzare il latte per fare formaggio e ricotta, ma poi infastidito dalle loro ulteriori richieste se ne tornasse nelle sue grotte. Comunque altre versioni lo consideravano come un essere pericoloso che si aggirava per le selve da cui usciva per rapire le fanciulle ed era dedito a riti sanguinari e pagani.Il rifugio Del Freo

Rifugio Del Freo

È situato presso la Foce di Mosceta a quota 1180 metr,i alle pendici del monte Corchia, in posizione molto panoramica, dminato dalla mole della Pania della Croce.
Esso è di proprietà della sezione del Cai di Viareggio e sostituì il precedente rifugio in località “alle Caselle” inadeguato per le esigenze dell’escursionismo e dell’alpinismo apuano-versiliese. Fu inaugurato il 28 maggio 1950 alla presenza di Bartolomeo Figari, allora presidente nazionale del Cai. Inizialmente denominato Pietrapana dal nome che Dante aveva dato alla Pania (vedi Inferno canto XXXII versetto 29), nel 1970 fu dedicato alla memoria del professor Giuseppe Del Freo (1897-1969), prima insegnante di storia e filosofia e poi preside del Liceo Classico “Carducci” di Viareggio. Egli fu grande amante della montagna e a lungo presidente della locale sezione del Cai e si impegnò molto per l’erezione del rifugio stesso. Il rifugio, nella sua storia, subì numerosi rifacimenti e ampliamenti e l’8 dicembre 1998 fu nuovamente inaugurato nella sua veste attuale.
Con la vicina foce di Mosceta rappresenta il principale nodo di sentieri delle Apuane centrali. È accessibile facilmente da Levigliani, Pruno, Cardoso, Isola Santa.


Foce di Mosceta

È il largo valico a 1170 metri tra il Monte Corchia e la Pania della Croce. Qua si trova una maestà con una serie di lapidi per caduti in montagna e sul lavoro e un cippo commemorativo dei partigiani caduti per la libertà. È importantissimo nodo di sentieri e punto di partenza di moltissime escursioni. Si arriva alla foce da moltissimi paesi nei dintorni con lieve fatica. Da Retignano il sentiero 123 va a confluire con il 122 proveniente da Pruno, da Levigliani per via di cava e per le Voltoline (sentiero 9), questi tre itinerari convergono nel passo dell’Alpino da cui in breve si raggiunge Mosceta. Da Fociomboli arriva il 129, da Cardoso il 7 che si innesta nel 124 proveniente dalla Foce di Petrosciana, da Foce di Valli il 125. Inoltre ancora il 9 che proviene da Isola Santa e il 128 per il Puntato. Dalla foce parte il sentiero 126 per la Focetta del Puntone che è il più usato per salire alla vetta della Pania della Croce.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Questo sentiero permette di percorrere interessanti escursioni raccordandosi ai molti sentieri presenti in zona. Accenniamo a qualche possibilità.

  • Andata e ritorno sul 128: tornando indietro con lo stesso sentiero servono circa 7 ore più il tempo per le soste.
  • Anello su Fociomboli e Campanice (Anello del monte Freddone): arrivati in zona Puntato si segue il sentiero 11 fino a Fociomboli e poi il 129 per Campanice e Ponte Merletti e qualche centinaio di metri di strada. È doverosa la sosta al padule di Fociomboli per ammirarne le fioriture. Servono circa 5 ore.
  • Anello su Mosceta: percorso tutto il sentiero 128 fino al Rifugio Del Freo si segue il 129 interamente fino a Ponte Merletti e poi ancora un tratto di strada asfaltata. Servono circa 6 ore e 30'.
  • Anello Mosceta - Col di Favilla: con il sentiero 9 si va a Col di Favilla qua si segue il sentiero 11 fino a incontrare il 128 che riporta al Rifugio. Servono circa 3 ore e 30' e il tempo necessario per portarsi a Mosceta.

Itinerari relativi al sentiero CAI 128 presenti sul sito:

Commento

Il percorso è semplice e permette di visitare l'alpeggio del Puntato e di ammirare i panorami del Corchia e della Pania e offre una grande varietà di escursioni utilizzando la ricca rete di sentieri locali. Il ghiaccio invernale può causare problemi, anche se la quota non è alta, per cui è necessaria la giusta attrezzatura.