SENTIERO CAI 133
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
02 ott 2015

(f.f.) il sentiero percorre l'Alpe di Sant'Antonio ed è molto panoramico sulla Pania Secca. Permette di collegare la provinciale Arni - Castelnuovo col Piglionico e offre molte opportunità di escursioni. La zona fu amata da Fosco Maraini che volle essere sepolto nel cimitero dell'Alpe dominato dalla mole della Pania Secca.

 
 

SENTIERO 133

Il sentiero è di competenza del Cai sezione di Barga.

Tragitto

Molino del Riccio (350 m) - Alpe Sant'Antonio (870 m) - raccordo GT (Garfagnana Trekking) - Pasquigliora (982 m) [innesto Sentiero della Libertà] - Colle a Panestra (1012 m) [innesto sentiero 138 e Sentiero della Libertà] - Foce del Piglionico (1120 m) [innesto sentieri 7 e 127].

Il sentiero si sviluppa interamente nel comune di Molazzana.

Il tratto dall'Alpe di Sant'Antonio a Colle a Panestra è comune col Garfagnana Trekking. Il tratto tra Pasquigliora e Colle a Panestra è comune col Sentiero della Libertà. L'ultimo tratto da Colle a Panestra fino al Piglionico è comune con il sentiero 138 proveniente da Pizzorno.


Informazioni sulla zona di partenzaMulino del Riccio

Come si arriva al Mulino del Riccio

Dalla strada provinciale 13 Arni-Castelnuovo in direzione Castelnuovo Garfagnana si arriva a Isola Santa (7,4 km) si prosegue per circa 6 km e, dopo il cartello 7 km a Castelnuovo, si arriva al Ristorante Calorino e subito dopo all'edificio del Mulino del Riccio il quale rimane a sinistra e di fronte inizia il sentiero. Da Castelnuovo Garfagnana sono circa 6,5 km.

Come si arriva al Piglionico

Partendo da Castelnuovo Garfagnana si prosegue per Gallicano (10,8 km) da cui si seguono le indicazioni per Molazzana e prima del borgo si devia a sinistra e si seguono le indicazioni per gli abitati di Sassi ed Eglio e anche i cartelli per il Rifugio Rossi e si arriva al Piglionico (25,6 km) dove presso la Cappella votiva iniziano i vari sentieri.

Ricordiamo che, dal 2011, la sosta nell'ultimo tratto di questa strada è a pagamento con presenza di una macchinetta che distribuisce la ricevuta al bivio con la strada per sant'Antonio. La macchinetta si trova circa 4 km dal Piglionico e il biglietto costa 3 euro. Secondo l'amministrazione comunale di Molazzana essi servono per garantire la manutenzione delle strade e delle aree attrezzate, nonché la spalatura della neve. Naturalmente questo continua a sollevare forti critiche anche per la distanza della macchinetta dalla effettiva zona di sosta.

Descrizione del percorso

Difficoltà: E, percorso semplice e non lungo, con dislivello non eccessivo. Qualche tratto è ripido e qualche tratto può essere scivoloso in caso di piogge, ma non c'è esposizione.

Stato del sentiero: è ben segnato ed evidente. Qualche tratto degradato nel bosco a cause delle recenti piogge.

Tempi:

andata: 03h 45'

ritorno: 03h

Il percorso

Sintesi: si sale nel bosco fino a uno stradello che si percorre fino alle case di S. Antonio e alla Chiesa di S. Martino. Poi si scende per le case di Peritano per poi salire per mulattiera a Pasquigliora, da cui si arriva a Colle a Panestra e poco dopo al Piglionico.

L'inizio del sentiero è di fronte all'edificio del Molino del Riccio sulla strada provinciale 13 PiglionicoArni - Castelnuovo Garfagnana. L'edificio del vecchio Molino è un tipico esempio della casa rurale garfagnina, con una loggia a tre archi che serviva per asciugare i cereali al riparo dalle piogge. Sono ben evidenti le indicazioni per l'Alpe di S. Antonio e Colle a Panestra. Il sentiero sale subito scalinato e ripido con vista sulla strada provinciale e sul ponte sulla Turrite e su alcuni ruderi che sembrano in ristrutturazione. Il sentiero alterna tratti ripidi con tratti di salita meno faticosa. In qualche tratto la pioggia può rendere scivoloso il percorso. A 23' percorriamo un tratto piuttosto degradato in cui parte del sentiero è franato e subito dopo il sentiero curva decisamente a sinistra ripido e scivoloso (sempre in caso di piogge) a fianco di rocce. Poi torna più tranquillo con tratti di falsopiano e vista, a destra, sui borghi collinari di Castelnuovo. A 01h il sentiero percorre un tratto di sfasciumi e si apre sulla montagna di fronte. Segue un po' di discesa che porta al Canale Porchia che si supera facilmente. Risaliamo e in breve arriviamo a un tratto recintato a 01h 16'. Questa è la proprietà di due signori scozzesi, John e Christine, che abitano ormai da 6 anni un bel cascinale in posizione panoramica. Il sentiero attraversa per qualche decina di metri la proprietà per cui è necessario chiudere i cancelli. Il secondo cancello dà direttamente sulla strada sterrata che seguiamo in salita verso sinistra. A 01h 41' troviamo altri cartelli del sentiero che si sposta verso sinistra sempre sull'ampio sterrato mentre un ramo dello stesso, verso destra, si dirige a Case Cervaia. Il tratto da noi percorso è una via privata con tanto di catena che può impedire l'accesso alle auto. Sulla destra si intravedono tra le fronde la Pania Secca, l'Uomo Morto, la Pania della Croce e il Pizzo delle Saette, a tratti invece la visibilità e libera. A 01h 52' inizia il tratto asfaltato e subito dopo ci sono le prime case dell'Alpe di Sant'Antonio e da sinistra arriva il sentiero del Garfagnana Trekking (peraltro malamente segnato) che proviene da Eglio e coincide con il sentiero 133 fino a Colle a Panestra. Alpe Sant'Antonio è un insieme di borgate e di case sparse dominato dalla Pania Secca. Oggi molte case sono state abbandonate dai proprietari che vi tornano saltuariamente, inoltre alcune sono state vendute a turisti o vengono loro affittate. Saliamo a una torretta dell'Enel e proseguiamo per arrivare a 02h 01' a una maestà, dedicata ai morti in guerra, presso il piazzale Fosco Maraini. A fianco della maestà una lapide di marmo ricorda il primo blocco cavato dall'Alpe di Sant'Antonio nel 1902. L'estrazione del marmo, che portòRistorante Calorino alla costruzione della strada delle Rocchette (unisce la zona di Castelnuovo con le valli a ridosso della Pania Secca), non ebbe, comunque, molta fortuna. Ricordiamo che Fosco Maraini (1912-2004), etnologo, alpinista, fotografo e scrittore, era molto legato a queste terre, comprò una casa a Pasquigliora [Pasquìgliora] e si fece seppellire nel piccolo cimitero dell’Alpe di Sant'Antonio. Più avanti, volendo è possibile fare visita alla sua tomba e ancora più avanti passeremo da Pasquigliora. Dal piazzale saliamo in un paio di minuti alla Chiesa di san Martino, patrono dell'Alpe di Sant'Antonio, che risale al XVII secolo. La chiesa è in posizione molto panoramica sulla Pania Secca. Dopo una breve sosta a 02h 10' siamo nuovamente alla Maestà e prendiamo verso destra (indicazioni Peritano (di Sotto), agriturismo la Betulla). Scendiamo per la strada e a 02h 11' troviamo le indicazioni per il vicino cimitero. [Consigliamo una visita allo stesso per rendere omaggio a Maraini, il cimitero è in posizione panoramica sulla Pania. La visita richiede una decina di minuti.] Continuiamo a scendere per la strada asfaltata e, in un paio di minuti, passiamo per le strade di Piritano di Sopra e poi lasciamo la strada per il sentiero a sinistra che costeggia le abitazioni di Piritano di Sotto. Ricordiamo che si può dire Peritano o Piritano. A 02h 21' siamo nuovamente sulla strada asfaltata che seguiamo a sinistra fino alla vicina captazione di acqua con fonte. Presso la fonte il sentiero lascia definitivamente la strada per salire per uno stradello ameno che ci porta a 02h 29' presso un villaggio di casette in legno e muratura a disposizione di turisti e campeggiatori (Prà di Frejo). Ora il sentiero sale più deciso con tratti di mulattiera e si hanno belle viste sulla chiesa e sul cimitero. Di fronte a noi scorgiamo, in lontananza, le abitazioni di Colle a Panestra verso il quale siamo diretti. Il sentiero adesso si sviluppa su sfasciumi a mezzacosta con alberi radi. Poi a 02h 53' entriamo in una bella faggeta, scendiamo al Fosso Regolaio che superiamo su un ponticello di legno e poi saliamo un tratto ripido con resti della mulattiera. A 03h 06' siamo a una captazione di acqua con relativa fonte e abbeveratoio da cui arriviamo ai ruderi di Pasquigliora a 03h 11', qua è presente un cartello dei Cai. [Con una breve deviazione a destra è possibile vedere la casa abitata da Maraini dal 1978 situata di fianco a un rudere e posta in posizione panoramica.] Fatti pochi metri in avanti mentre il sentiero prosegue in lieve salita sulla sinistra sulla destra scende una traccia (ora Sentiero della Libertà) che gira attorno al monte Rovaio e porta a Colle a Panestra passando da Casa Bovaio. Continuiamo nel bosco costeggiando alcuni ruderi e a 03h 23' arriviamo a Colle a Panestra. Questo borgo è costituita da un gruppo di case, alcune restaurate e altre ormai abbandonate, ed è dominato da uno spigolo roccioso (Nome del Gesù 1145m) che costituisce l’estremità sud-est della cresta del Rovaio, inoltre è panoramico sull'Uomo Morto e Pania della Croce e da parte opposta sul Sumbra, Fiocca e Freddone. Qua passa il sentiero 138 proveniente da Pizzorno e diretto alla vicina Foce del Piglionico, questo ultimo tratto è comune con il nostro 133. Superiamo le ultime case del borgo mentre di fronte a noi si distende il caratteristico profilo dell’Uomo Morto. Seguiamo inizialmente un bel crinale erboso e poi entriamo nel bosco e a 03h 33' troviamo un cartello indicatore "Albero monumentale" verso destra. [Consigliamo di andare a vedere l'albero. Basta scendere la traccia ben evidente nel bosco per 5'. L'albero è un vecchio faggio (chiamato Faggio della Pania) appartenente ad una famiglia Tardelli (cognome molto diffuso a Capanne di Careggine e dintorni) e ha almeno 300 anni. Esso è circondato da un recinto di legno e nel perimetro dello stesso, oltre al faggio, si trovano i ruderi di una costruzione da pastori, quali erano quei Tardelli.] Continuiamo a salire nel bosco e, più in alto, è presente un cartello del comune di Molazzana che informa dei lavori, fatti e da fare, per valorizzare il tratto Piglionico - Colle a Panestra - Trescale- Bovaio - Pasquigliora. Un ultimo tratto di salita ci porta al Piglionico a 03h 43’ dove il sentiero termina.
Qua arriva la strada “delle Rocchette” da Gallicano ed è presente una cappella votiva che ricorda il sacrificio di un gruppo di partigiani che combatterono con i tedeschi sul Monte Rovaio, che si trova proprio di fronte, il 29 agosto 1944. Dal Piglionico partono il sentiero 7 per il rifugio Rossi e il 127 per la Foce di Mosceta.

Aspetti di rilievo del sentieroAlpe di Sant'Antonio

Molino del Riccio

Il toponimo è riferito a una zona, a quota 350 metri, che si trova a cavallo dei Comuni di Molazzana e di Castelnuovo Garfagnana, qua divisi dal torrente Turrite Secca che qua fa una piccola ansa (sponda destra: Molazzana e sinistra Castelnuovo). Con precisione il Calorino è Castelnuovo mentre il Molino vero è Molazzana. Oltre al fiume qua passa anche la provinciale 13 Arni - Castelnuovo, siamo a circa 7 km dopo il cartello stradale di Isola Santa. Provenendo da Arni prima c'è il Calorino e poi il Molino, distanti poche centinaia di metri. L'edificio del vecchio Molino è un tipico esempio della casa rurale garfagnina, con una loggia a tre archi, nel piano superiore, che serviva per asciugare i cereali al coperto. Di fronte al mulino si trova l'inizio del sentiero 133 per l'Alpe di S.Antonio e Colle a Panestra. Di fianco al mulino c'è una costruzione sistemata ed è in corso il recupero di altri ruderi all'inizio del sentiero.

Calorino

Località nel comune di Castelnuovo Garfagnana a 350 metri di quota presso il Molino del Riccio, sulla via provinciale 13 Arni - Castelnuovo. Qua si trova il ristorante omonimo con annesso laghetto e allevamento trote. Il locale è fornito di una pala idrica che genera corrente, utilizzando l'acqua della Turrite, c'è un piccolo lago per la pesca delle trote con relativo allevamento. Il locale non ha insegne appariscenti e pare abbandonato e degradato, ma, se è aperto, il signor Paolo offre una ospitalità degna di tempi ormai passati.

Alpe di Sant'Antonio

Con questo nome è conosciuta la conca prativa nel comune di Molazzana intorno agli 800-900 metri di quota che si trova a nord-ovest della Pania Secca, della quale si gode bella vista. Per l'Alpe passa il sentiero 133 (Molino del Riccio - Piglionico) e la prima tappa del Garfagnana Trekking (Castelnuovo Garfagnana - Eglio), che, in parte, coincide con il sentiero. Essa è raggiungibile, per strada asfaltata, sia da Gallicano che da Molazzana. La bella chiesa, risalente al 1656, dedicata a San Martino, serviva gli abitanti delle numerose case isolate esistenti in zona che erano dediti alla pastorizia, all’agricoltura e allo sfruttamento dei boschi. Prossimi alla chiesa sono Piritano di Sopra (825 m) e Piritano di Sotto (803 m). Strade rurali, mulattiere e sentieri portano alle case sparse dell'Alpe. Col tempo la zona si è spopolata e si è mantenuta abbastanza integra; oggi un ristorante, un agriturismo (la Betulla), un rifugio e un campeggio offrono ospitalità ai turisti e agli escursionisti del Parco delle Apuane. Nel cimitero locale è sepolto Fosco Maraini che amava molto questi luoghi.

Fosco MarainiPresso Pasquigliora, a destra la casa di Fosco Maraini

Fosco Maraini (Firenze 1912, Firenze 2004) fu insigne etnologo, alpinista, orientalista, fotografo e scrittore, tra i suoi libri ricordiamo “Tibet segreto” (1951), "Ore Giapponesi" (1957), "Gasherbrum IV" (1960). In gioventù Mariani frequentò le nostre montagne salendo nel 1928, a soli 16 anni, la cresta nord del Pizzo delle Saette e poi, nel 1931, la nord del Pizzo d'Uccello e varie cime della Cresta Garnerone. I suoi legami con le terre apuane continuarono nel tempo e acquistò un rudere a Pasquigliora (Molazzana) che fece sistemare e in cui, dal 1978, passò molto tempo, infatti lo considerava il "suo ultimo rifugio". Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero dell’ Alpe di Sant' Antonio (Peritano di Sopra), sempre a Molazzana, dominato dalla Pania Secca.

Fosco Maraini scrisse un bellissimo articolo relativo alla salita al Pizzo delle Saette ricordando una sua escursione giovanile, aveva solo 16 anni, sulle Alpi Apuane nel 1928. Tra l’altro per lui, abituato a salire le colline attorno a Firenze, le Apuane furono le prime vere montagne. L’articolo apparve una prima volta nella rivista “La Pania”1 nel 1990 come rielaborazione di un vecchio scritto, poi divenne prefazione, con alcune modifiche, a un libro2 di Giovannetti sulle Alpi Apuane del 1998. Infine la versione della rivista “La Pania”, dal titolo “Incontrammo il Linchetto?”, riapparve sul libro“Farfalle e ghiacciai. Scritti dal 1936 al 2001” allegato alla rivista i Meridiani Montagna (Editoriale Domus) dedicato alle Apuane, nel numero 31 del marzo 2008. [rimandiamo all'articolo sul Pizzo delle Saette su questa rubrica]

Prà di Frejo

È un villaggio di casette di legno e in muratura, con cappella, in località Peritano di Sotto (Molazzana) a circa 900 metri. Nei pressi passa il sentiero 133 diretto a Colle a Panestra. La struttura appartiene alla Parrocchia del Buon Consiglio di Viareggio ed è adatta a gruppi organizzati per lo più parrocchiali, ma ospita anche famiglie. La posizione permette escursioni nella zona delle Panie.

Pasquigliora

Pronuncia Pasquìgliora. Gruppo di case a 982 metri di quota nell’Alpe di Sant’Antonio a cui arriva una sterrata da Peritano e il sentiero 133 dalla stessa località. Nei pressi transita il Sentiero della Libertà che gira attorno al monte Rovaio (vedi). Ci sono diversi ruderi e, nei pressi, anche una fonte. Qua possedeva una casa Fosco Maraini in posizione panoramica sulla Pania Secca e questa è l'unica costruzione che è stata recuperata. Lo stesso Maraini traduceva, liberamente, il nome del borgo in "piccoli pascoli". La zona faceva parte in antico dei Beni Comuni delle comunità di Sassi e di Eglio e fu poi occupata abusivamente da pastori, agricoltori e carbonai.

Dal Tibet al Giappone, al Karakorum; poi il grande viaggiatore Fosco Maraini approda a Pasquigliora....

Cercavo un bel posto selvaggio. Un giorno dalla Pania intravidi lontano un tetto rosso. Fu difficile rintracciarlo. Il tetto rosso copriva ormai il guscio di una casa abbandonata. Dal luglio 1978, appena posso scappare da Firenze, mi rifugio in questo paradiso.3


Pasquigliora e dintorni, oggi, luoghi abbandonati. Una volta, trent’anni fa, mi dicono, più di cento persone abitavano nelle case della zona, sparse qua e là per i pendii, seminascoste dai castagneti e dai faggi, disposte sui colli, abbarbicate su pei greppi rocciosi (come Trescala, con la sua vista che toglie il respiro, sui dirupi della Pania), o nascoste in luoghi orridi e ombrosi (come il Bovaio). C’era anche una bottega – nella casa oggi ridotta un rudere – vicina a Colle Panestra: ci vendevano fiammiferi, sigarette, sale, petrolio, chiodi, arnesi, qualche capo di vestiario, scarpe, le cose essenziali a chi viveva quassù fuori dal mondo. Da quello che mi raccontano i vecchi, le famiglie dovevano essere per gran parte sufficienti a loro stesse gran parte del cibo veniva prodotto sul posto. La castagna aveva un posto importantissimo nella dieta: gli alberi, molti di cui giganti secolari, erano tenuti con la massima cura, il sottobosco non arrivava mai a riprodursi, tra un colosso nerboruto e l’ altro, si stendeva un prato d’erbe rade e foglie misto a foglie secche, sul quale era facile in autunno raccogliere le castagne cadute dove nascevano rigogliosi i funghi. Ancora adesso sopravvivono qua e là delle casette basse munite d’una minuscola finestra, sono i metati nei quali si seccavano le castagne distese su delle cannicciate sopra un fuoco lentissimo e senza fiamme delle radiche dei castagni.......Ancora oggi, in certe condizioni speciali di luce solare, si notano i terrazzamenti che dominano qua e là in montagna, nonostante i contrattacchi del fuoco. Certe scalinate di terrazze riempiono di meraviglia ed ammirazione, quando si consideri la ripidità del terreno, il numero dei gradoni, i luoghi disperati in cui si era andata a trasformare, a creare questa disperata campagnaa4.

Sentiero della LibertàPresso Colle a Panestra

Nel 2014 il comune di Molazzana ha sistemato un vecchio sentiero attorno al monte Rovaio chiamandolo Sentiero della Libertà. Esso, infatti, si sviluppa in una zona dove, il 29 agosto 1944, si verificò una cruenta battaglia, con numerose vittime, tra i partigiani del gruppo Valanga e i soldati tedeschi. Dal Piglionico, dove una cappella ricorda il sacrificio dei partigiani, esso porta a Colle a Panestra, poi a Casa Tréscola (dove è presente una lapide ricordo) e a Casa Bovaio, poi arriva a Pasquigliora da dove torna a Colle a Panestra e al Piglionico. [nella sezione itinerari è descritto un percorso che comprende l'anello attorno al Rovaio.]

Colle a Panestra

È un piccolo borgo, ormai disabitato, nel comune di Molazzana formato da un gruppo di casolari posto a quota 1012 metri sul valico che collega le pendici della Pania Secca al monte Rovaio. Esso è dominato da uno spigolo roccioso (Nome del Gesù 1145m) che costituisce l’estremità sud-est della cresta del Rovaio, inoltre è panoramico sull'Uomo Morto e Pania della Croce e da parte opposta su Sumbra, Fiocca e Freddone. Alcune case sono state risistemate e sono saltuariamente usate dai proprietari. Qua arrivano il sentiero 138 da Pizzorno e il 133 dal Mulino del Riccio per l’Alpe di Sant’Antonio. Nella zona erano presenti miniere di rame sfruttate per breve periodo nell’ottocento. Sotto il paese c’è un lavatoio con una bella fonte e tutte le case, per quanto diroccate, hanno il loro numero civico in marmo con indicazione del comune e della località scritta Colle a Panestra, mentre in tutte le carte si parla di Colle Panestra.

Faggio della Pania

Una deviazione di pochi minuti lungo il tratto di sentiero 133/138 tra Colle a Panestra e il Piglionico porta a questo albero monumentale. Esso è un vecchio faggio, chiamato appunto, Faggio della Pania posto nella proprietà della famiglia Tardelli. La sua età è circa 300 anni. Esso è circondato da un recinto di legno e nel perimetro dello stesso, oltre al faggio, si trovano i ruderi di una costruzione da pastori, come erano i Tardelli.

Foce del Piglionico

Detta anche semplicemente “Il Piglionico” si trova nel comune di Molazzana a 1120 metri tra il monte Piglionico e il monte Rovaio. Si arriva qua con la strada “delle Rocchette” da Gallicano passando per Molazzana fino alla Foce di Grottorotondo, poi si passa per le Rocchette e infine si arriva alla Foce del Piglionico. Una cappella votiva ricorda il sacrificio di un gruppo di partigiani che combatterono contro i tedeschi sul Monte Rovaio, che si trova proprio di fronte, il 29 agosto 1944. Una lapide marmorea così recita: “Chi passi per queste valli a lavoro o a diporto/ nella suggestiva quiete del paesaggio montano/ sappia o ricordi/ e tutti ripensino/ che questo crinale roccioso/ che gli si erge davanti detto/ il nome di Gesù/ il 29 agosto 1944/ conobbe crepitio d’armi e strazi di morte/ e vide animosi giovani offrire la purissima vita/ perchè la patria risorgesse a libertà” (il Nome di Gesù è una vetta a 1145 metri sulla cresta sud-est del monte Rovaio). I partigiani erano del gruppo Valanga che comprendeva oltre a elementi locali, emiliani reduci da Montefiorino e meridionali, il comandante era Leandro Puccetti di Gallicano che fu tra le vittime. Tutto nacque dall’uccisione di un tedesco due giorni prima, i partigiani rimasero nelle loro postazioni invece di fuggire come sarebbe stato più sensato, forse per presunzione di poter combattere alla pari con i tedeschi oppure per evitare guai ai civili. La battaglia avvenne il 29 e provocò 19 vittime tra i partigiani: 9 emiliani, 7 lucchesi e 3 meridionali. La zona è molto panoramica sull'Uomo Morto e la Pania della Croce, sul Rovaio e su Fiocca e Sumbra. Al Piglionico arriva il sentiero 138 da Pizzorno per Colle a Panestra e il 133 dal Molino del Riccio che si innesta nel precedente. Inoltre parte il sentiero 7 per il Rifugio Rossi, Foce di Valli e Cardoso e il 127 per Foce di Mosceta.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Questo sentiero permette di percorrere interessanti escursioni raccordandosi ai sentieri presenti in zona. Accenniamo a qualche possibilità.

  • Anello Molino del Riccio - Pizzorno: arrivati a Colle a Panestra si scende con il 138 fino a Pizzorno e si torna al Molino con la strada provinciale. Servono 06h 45'. [descritto nella sezione itinerari]

  • Salita la Rifugio Rossi: arrivati al Piglionico si va al rifugio con il sentiero 7. Servono 5h 30', poi si può pernottare al rifugio.

  • Da Pizzorno anello del Monte Rovaio (sentiero della LIbertà)::arrivati a Colle a Panestra con il sentiero 138 prendiamo a sinistra per casa Tréscola da cui saliamo al monte Rovaio e poi lo aggiriamo superando casa Bovaio, arriviamo a Pasquigliora da cui torniamo a Colle a Panestra e da qua al punto di partenza. Con le soste richiede circa 6h 30’. È itinerario molto interessante per gli antichi borghi ormai abbandonati di questa zona delle Apuane. [descritto nella sezione itinerari]arrivati a Colle a Panestra con il sentiero 138 prendiamo a sinistra per casa Tréscola da cui saliamo al monte Rovaio e poi lo aggiriamo superando casa Bovaio, arriviamo a Pasquigliora da cui torniamo a Colle a Panestra e da qua al punto di partenza. Con le soste richiede circa 6h 30’. È itinerario molto interessante per gli antichi borghi ormai abbandonati di questa zona delle Apuane. [descritto nella sezione itinerari]


Itinerari relativi al sentiero CAI 133 presenti sul sito:

Commento

Il sentiero non è difficile e permette di visitare borghi abbandonati del comune di Molazzana. Di interesse la chiesa di San Martino, il cimitero di Sant'Antonio dove riposa Fosco Maraini, Colle a Panestra e Pasquigliora. Di rilievo i panorami, in particolare quelli sulla Pania Secca. Dal punto di vista storico c'è il ricordo del gruppo partigiano Valanga che qua combattè una sfortunata battaglia. Da non perdere quindi una deviazione (20') alla panoramica Trescola dove è murata una lapide in ricordo dei partigiani. Come, dal punto di vista naturalistico, necessita una visita il Faggio della Pania.

 


note

1 La Rivista è un trimestrale, ed è notiziario del Comune di Molazzana in Garfagnana edito dal comune ed esistente anche in edizione on-line. Lo scritto di Maraini apparve nel numero 7 (anno 3) del settembre 1990.

2 Bruno Giovannetti, “Le Alpi Apuane. Un piccolo grande mondo”, Le Lettere, Firenze, 1998.

3 Dalla rivista La Pania numero 35 (anno 10) del settembre 1997 intervista a Maraini a pag 10-11.

4 Tratto da: Dacia e Fosco MARAINI, Il gioco dell’Universo. Dialogo immaginario tra un padre e una figlia non convenzionali, Mondadori, Milano, 2007. Citato nel numero di settembre 2007 de La Pania.