(f.f.) questo breve sentiero collega il rifugio Donegani con foce Siggioli in maniera semplice permettendo di godere della splendida visuale della Parete Nord del Pizzo d'Uccello evitando il più impegnativo sentiero 181.
SENTIERO 187
Il sentiero è di competenza del Cai sezione Pisa.
Tragitto
Rifugio Donegani (1121m) [innesto sentiero 37] -
Foce Siggioli (1405m) [innesto sentiero 181 e ferrata Tordini
Galligani].
Il primo tratto del sentiero è comune con la
marmifera per le cave di Orto di Donna.
Informazioni sulla zona di partenza
Dal Rifugio Donegani:
Da Castelnuovo Garfagnana e poi per San Romano (11,2 km), si segue per Piazza al Serchio (16,8 km) e per Gramolazzo (23,8 km) e da qui per Minucciano, prima di raggiungere questo borgo, all’inizio di una galleria (26,3 km), si svolta a sinistra (presenti indicazioni) e si segue la strada asfaltata di val Serenaia (evitando la deviazione a destra dopo circa 500 m) fino al campeggio da cui si sale al Donegani (37,5 km). Partendo da Aulla si segue la statale 63 per il passo del Cerreto, superate Rometta (9,4 km) e Soliera, si devia a destra (11,7 km) per Gassano e poi in direzione Gragnola e quindi per Casola. Da Casola (21,9 km) si va a Minucciano (29,8 km) e superato il borgo si arriva alla galleria di cui sopra e si devia a destra dopo averla superata (31,6 km).
Da Foce Siggioli:
Alla foce si arriva solo per sentieri con tratti impegnativi, a parte il 187 da noi descritto. Con il 181 dalla Foce di Giovo servono circa 1h 30' e qualche tratto esposto è attrezzato con cavo metallico. Dalla Foce Rifogliola (raggiungibile in auto) con il sentiero 189 (fino a Poggio Baldozzana) e poi il 181 servono circa 2h 30'. Il tratto della cresta di Capradossa richiede la giusta concentrazione. Da Ugliancaldo con il sentiero 181 servono circa 3 ore. Da Equi con il sentiero 192 e poi con il 181 servono circa 3 h 30'. Infine da Ugliancaldo con la marmifera e poi con la Ferrata servono circa 3 ore.
Descrizione del percorso
Difficoltà: E
il percorso è semplice
e il dislivello è minimo, non c'è esposizione. Qualche difficoltà in
discesa per la presenza di foglie in autunno. Con ghiaccio e neve è un
po' più difficile.
Stato del sentiero:
il sentiero è ben segnato ed evidente con le necessarie indicazioni.
Tempi:
salita: 01h
discesa: 45'
Il percorso
Sintesi:
dal Rifugio si segue per pochi minuti la marmifera per poi salire per
una bella faggeta da cui si esce per raggiungere la foce per facili
roccette.
Arrivati in val Serenaia (presso al campeggio) si
sale al vicino Rifugio Donegani con un ampio spiazzo parcheggio.
Questo è il rifugio storico della valle chiuso nel 1997
e riaperto nel 2005 come struttura privata, poi convenzionata col Cai
con presenza di un locale invernale sempre aperto e sconti per i soci.
La zona è panoramica sulla alta valle di Orto di Donna e sulle cime
della valle, in particolare
Pisanino,
Cavallo e
Contrario. Davanti al
rifugio parte il sentiero 37 per Foce di Giovo e Capanna Garnerone che
poi termina a Forno di Massa. Noi seguiamo la strada in salita che è
la marmifera diretta alle cave di Orto di Donna, alcune delle quali
sono ancora attive. A 2' passiamo la sbarra che impedisce l'accesso ai
privati e continuiamo la salita avendo sulla nostra destra il
monte Pisanino,
la cima più alta delle Apuane, e una bella vista
sull'Appennino. Dopo una curva il panorama si apre sugli Zucchi di
Cardeto, Cavallo e Contrario e a 9' siamo all'inizio del sentiero 187
(è presente una targa) che ci porterà alla Foce Siggioli. In realtà il
sentiero viene fatto iniziare dal Rifugio Donegani. Il sentiero, dopo
un breve tratto su roccette, si sviluppa nella faggeta che in autunno
presenta un fastidioso letto di foglie secche, umide e scivolose, da
percorrere con attenzione e con un supplemento di fatica. Il primo
tratto è di ripida salita cui seguono saliscendi e tratti meno ripidi
con altri strappi di salita ripida. A 30' un faggio caduto sul
sentiero non impedisce la progressione. A 41' siamo fuori dal bosco
con qualche raro albero e il sentiero sale per facile roccette le
pendici della Cresta di Capradossa ed è panoramico sull'Appennino e
sul vicino Pisanino. Percorriamo qualche tornantino e arriviamo a 01h
01' a Foce Siggioli.
La foce permette di ammirare la parete Nord del
Pizzo d'Uccello
in tutta la sua bellezza, ricordiamo che questa parete è la più interessante
per gli scalatori nell'ambiente apuano ed è lunga oltre 700 m e fu
vinta per la prima volta solo nel 1927. La parete inizia dai
sottostanti Cantoni di Neve Vecchia. Per la foce passa il sentiero 181
che a destra percorre la Cresta di Capradossa e continua per
Ugliancaldo e Pieve San Lorenzo. Lo stesso sentiero verso sinistra va
a foce di Giovo con qualche tratto esposto e attrezzato con cavo
metallico. Inoltre la foce è il punto di arrivo della ferrata
Tordini-Galligani che inizia dalle cave del Cantonaccio alla base
della nord del Pizzo. Dopo un periodo di chiusura a causa del
terremoto del 2013 la ferrata è stata sistemata l'anno scorso.
Aspetti di rilievo del sentiero
Val Serenaia
Questa valle, in alto di chiara origine glaciale,
mentre in basso è scavata dal Serchio di Gramolazzo, si trova
interamente nel comune di Minucciano ed è attraversata da una strada
asfaltata che si stacca presso una galleria, a circa 800 metri di quota, dalla
provinciale che unisce Minucciano e Gramolazzo. La strada passa per
Foce Rifogliola e costeggia Poggio Baldozzana e la costiera della
Capradossa le cui pendici sono ammantate da faggi,
mentre il versante opposto è dominato dal possente versante settentrionale
del Monte Pisanino. La strada si sviluppa per circa 6 km molti dei quali
all’interno di un fitto bosco e arriva presso il Rifugio Val Serenaia
e il vicino campeggio con ampio parcheggio da cui sale, verso destra,
per finire al vicino Rifugio Donegani. Oltre questo essa diventa una
marmifera chiusa da una sbarra e sale alle cave del versante
nord-orientale della Cresta Garnerone. Il piano di Serenaia, a quota
1050 metri costituisce il fondovalle. I prati
sono ricchi di piante belle e rare che danno il meglio di sé nella
fioritura tardo primaverile: ricordiamo il
Giglio di S. Giovanni, il
Giglio Martagone e la rara
Peonia Selvatica. La zona è dominata dalla
massa del monte Pisanino sulla destra orografica. La testata della
valle è costituita dal Monte Cavallo, dal Contrario e dal
Grondilice
mentre a sinistra c’è la cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello. C’è da
aggiungere che questa zona detiene il record di piovosità nelle Alpi
Apuane superando i 3000 millimetri annui. La testata della Valle è
occupata da una bella faggeta ricca, specialmente nel versante destro
orografico, di massi caduti in tempi lontanissimi dalle falde degli
Zucchi e molto piacevole a percorrersi seguendo il sentiero 178. I tre
rifugi presenti in zona: Val Serenaia, Donegani, Orto di Donna oltre
il bivacco K2 e il campeggio a fondovalle rendono più agevoli le
moltissime escursioni e scalate possibili in zona. Infatti Val
Serenaia è percorsa da diversi sentieri, il 178 per la foce di Cardeto
e la marmifera dell'Acqua Bianca, il 180 per il Rifugio Orto di Donna,
il 187 per Foce Siggioli, il 179 da foce di Giovo al Cardeto e al
passo della Focolaccia, il 37 e 37 A
per foce di Giovo (con il primo che prosegue fino a Forno), il 181 da
Foce di Giovo per Foce Siggioli e Pieve San Lorenzo. La toponomastica
è incerta: per la cartina IGM Val Serenaia è l’intero bacino del
Serchio di Gramolazzo e Orto di Donna è la conca prativa in testata
alla valle. Per altri invece Serenaia è la conca e Orto di Donna sono
le pendici sotto la Foce di Giovo, altri ancora usano i due termini
come sinonimi.
Orto di Donna
È così chiamata la parte alta di Val Serenaia
verso la cresta Garnerone e il Grondilice. Essa è occupata per buona
parte da un bosco di faggi. È stata, dalla seconda metà del 1800, ed è
ancora di più oggi oggetto di escavazione intensiva di marmo che ha
cambiato la fisionomia della valle in particolare con i suoi estesi
ravaneti che hanno distrutto porzioni consistenti di bosco. Solo in
inverno quando la coltre nevosa nasconde le cave la valle torna ad
acquisire l’antica e incontaminata fisionomia. È attraversato da una
via di cava principale che porta al rifugio di cava 27 oggi rinominato
rifugio Orto di Donna. La parte alta di Orto di Donna è percorsa dal
sentiero 179 da Foce di Giovo per Foce di Cardeto. Su esso si innesta
il sentiero 186 per la Finestra Grondilice e Foce Rasori. In Orto di
Donna, nel versante nord, del monte Contrario, in habitat dominato dal
faggio è presente una piccola popolazione relitta di
abete bianco (
Abies
alba
)
. Per evitare il rischio di estinzione, sin dagli anni
novanta del secolo scorso, sono iniziati interventi di recupero in
situ a opera del Parco delle Alpi Apuane con risultati al momento non
incoraggianti.
.
Rifugio Donegani
È situato a 1121 metri in Val Serenaia alle pendici est del Pizzo d’Uccello, proprio di fronte al monte Pisanino, sulla strada per le cave di Orto di Donna. Il primo rifugio in zona, conosciuto come Donegani vecchio, si trova, ormai diruto, cento metri più in alto (quota 1282 metri) sulla strada per Cava 27 alle pendici della Cresta Garnerone. Esso si trovava tra la cava 10 e la 12 ed era stato inizialmente ricovero di cavatori della società Montecatini. L'edificio fu costruito verso il 1860 e fu trasformato in rifugio a opera del Cai di Lucca con la fattiva collaborazione dell’ingegner Guido Donegani (Livorno 1877 - Bordighera 1947). Egli fu amministratore delegato e poi presidente della Montecatini, presidente della BCI, deputato e senatore fascista e, soprattutto, appassionato di montagna. In seguito il rifugio fu spostato dove si trova attualmente, la struttura su due piani ha 52 posti letto e funziona anche da ristorante. Il rifugio chiuse alla fine del secolo (1997) per poi riaprire come struttura privata nel 2005, in seguito (2007) è stata stipulata una convenzione con il Cai nazionale con apertura di un locale invernale e sconti per i soci. Da esso parte il sentiero 37 per la Foce di Giovo e la Capanna Garnerone, il 37 A per Foce di Giovo e il 187 per Foce Siggioli. Poco distante inizia il sentiero 180 per cava 27. Storicamente il rifugio Donegani è stato il punto di appoggio per escursionisti e scalatori della zona di Val Serenaia - Orto di Donna. Da qua si può salire sul Pisanino, sul Pizzo d’Uccello, sul Grondilice, sul Contrario e sul Cavallo e si può accedere facilmente al passo della Focolaccia e al Monte Tambura. Numerose possibilità sono riservate ai rocciatori: dagli Zucchi di Cardeto, ai percorsi del Pizzo e della cresta Garnerone.
Foce Siggioli
È situata a 1405 metri tra la Costiera e la Cresta di Capradossa a nord-est del Pizzo d'Uccello. È un ottimo punto panoramico sulla parete nord del Pizzo. Alla foce termina la ferrata Tordini-Galligani. È attraversata dal sentiero 181 (Pieve San Lorenzo - Foce di Giovo) e qua arriva il 187 dal vicino rifugio Donegani. È possibile raggiungere la foce Rifogliola con i sentieri 189 e 181, da Ugliancaldo con il 181 e con la marmifera e il 192 e da Equi con il 192 e il 181. Inoltre da Foce di Giovo e da Cantoni di Neve Vecchia con la ferrata.
Via ferrata Tordini-Galligani
Chiamata anche semplicemente "Siggioli". Collega
la zona delle cave del Cantonaccio (Cantoni di Neve Vecchia), alla
base del Pizzo d’Uccello,
con Foce Siggioli dove termina. Si trova quindi alla testata del
Solco
di Equi di fronte alla Parte Nord del Pizzo d'Uccello. Lo scopo della
ferrata era di permettere agli alpinisti, desiderosi di cimentarsi con
la Nord del Pizzo, di raggiungerla da Val Serenaia. Ben presto divenne
meta anche di escursionisti. L'idea nacque a Angelo Nerli nel 1968 e
poi fu progettata e allestita dal Cai Pisa nel 1971 e inaugurata il 25
aprile del 1972. Il nome completo è “Sentiero attrezzato foce
Siggioli in memoria di Brunello Tordini e Pierluigi Galligani”, ma
ormai è conosciuta semplicemente come Tordini-Galligani. A tutti gli
effetti è comunque una via ferrata. I due alpinisti erano soci del Cai
di Pisa ed entrambi perirono sulle Apuane nel 1970. La ferrata si
sviluppa su uno sperone roccioso che dal Solco porta a Foce Siggioli,
sulla Costiera di Capradossa. Il dislivello è 400 metri, dai 1000 metri
del punto di partenza ai 1405 di quello di arrivo, con sviluppo
lineare di 550. Non è difficile dal punto di vista tecnico, ma è
esposta nella parte finale. La salita è agevolata da scalini scavati
nella roccia e dal cavo metallico steso per tutto il percorso. Il
primo tratto è ancora contornato da vegetazione mentre in alto è più
ripida ed esposta e anche più interessante per i panorami che offre.
In seguito al forte sisma del 21 gennaio 2013 la ferrata subì seri danni a causa della
caduta di un blocco di roccia con danneggiamento di una parte del cavo
metallico per cui fu chiusa agli escursionisti. Dopo un dibattito che
contemplava anche la definitiva chiusura fu deciso di ripristinarla
nel 2014. Preso atto che la zona dove si era verificato il distacco
del masso era ancora a rischio per la presenza di rocce instabili e
fratturate fu individuato un tracciato diverso che continuava
idealmente la parte superiore sul filo della cresta. Furono stesi 200
metri di cavo e impiantati 44 picchetti e 9 staffe, inoltre la
progressione fu facilitata con la diffusa gradinatura della roccia. Fu
collaudata il 1 novembre 2014 e quindi riaperta. La ferrata doveva
essere il fulcro di un anello di sentieri attrezzati intorno al Pizzo.
Gli altri sono il sentiero Zaccagna, che dalle cave del Cantonaccio
porta alla Foce dei Lizzari, e la Piotti che da quest'ultima foce
porta al Giovetto (un tratto del sentiero 181 poi completava
l'anello). Al momento la ferrata Zaccagna è chiusa.
Deviazioni e possibilità di escursioni
Il sentiero permette di effettuare interessanti anelli molto panoramici, ne citiamo alcuni.
Itinerari relativi al sentiero CAI 187 presenti sul sito:
Commento
Questo facile sentiero permette di arrivare alla foce Siggioli e di ammirare la parete Nord del Pizzo e di percorrere interessanti anelli per quanto la sola visione della Nord possa meritare l'escursione. Con neve e ghiaccio le difficoltà aumentano in particolare per gli anelli descritti sopra che percorrono tratti difficili con esposizione.