(DATA ESCURSIONE: 29/11/2007)
Qui un approfondimento sul Monte Borla.
Qui un approfondimento sulla Gabellaccia.
Qui un approfondimento sul sentiero 185.
Qui un approfondimento sul sentiero 173.
Dalla località Gabellaccia, proprio sulla carrozzabile che conduce a Campocecina, imbocchiamo il ben visibile e comodo sentiero 185, che in breve, tra faggete ed abeti, ci porta, passando prima sotto un arco di pietra naturale, poi davanti ad una grotta, al bivio con il sentiero nr. 140Nord (ex 40), che seguiamo voltando a sinistra, lasciando che l'ampia mulattiera 185 prosegua dritta verso Capocecina, la percorreremo al ritorno.
Inizialmente saliamo in una fitta faggeta, con qualche sprazzo di prateria che, ogni tanto, ci permette di intravedere, dapprima la sottostante Lunigiana ed il Golfo di La Spezia, e poi, girando a nord, gli Appennini.
Proseguiamo così, sempre tra faggi e ginepri, fino ad una selletta in località "i Grenzi", oltrepassata la quale si scende, in un ombroso bosco, fino all'antica miniera di manganese, i cui resti, insieme a quelli degli alloggi dei minatori, sono ancora visibili.
Da qui, ricominciamo a salire: il sentiero si fa un po’ più impervio (un tratto di pochi metri leggermente esposto, dove è stato applicato un cavetto d'acciaio per sicurezza in caso di ghiaccio), ma ben presto ritorna più tranquillo e, oltrepassata una capanna in pietra diroccata, giungiamo in località Cardeto.
Qui abbandoniamo il 140Nord (ex 40) e prendiamo, tenendoci a destra, il 174.
Prima di fare questo, però proseguiamo dritto, in direzione Nord-Est (segnali bianco-rossi) ed in 5 minuti arriviamo a Casa Cardeto e al suo bel faggio secolare.
Da qui, in circa 20 minuti possiamo raggiungere la vetta della Rocca di Tenerano che sovrasta la piccola valle dal lato NO.
Ritorniamo, quindi, come già detto al 174, che sale fino a Foce Pozzi (1208m), dove lo abbandoniamo per inforcare, a destra il 183, che salendo verso Campocecina ci offre, a sinistra, splendide viste sul paese di Vinca, sulla cresta Nattapiana, sul Pizzo d'Uccello, sul Pisanino, sulla Cresta Garnerone, sul Grondilice e sul Sagro.
Il percorso costeggia la Buca degli Orridi, cavità naturale profonda 210 metri, e, salendo ancora, si divide in due. Noi prendiamo la diramazione di sinistra che sfocia, quasi subito sui Prati di Campocecina, giunti al centro dei quali, svoltiamo ancora a sinistra dirigendoci verso il bosco di faggi in alto.
Lì troviamo i segnali bianco-rossi del 173, che seguiamo soltanto per circa un centinaio di metri.
Ci ritroviamo, infatti ad un nuovo bivio, dove lasciamo scendere a sinistra il 173, per prendere, a destra il sentiero non numerato, in salita.
Dopo qualche tornante e belle viste sulla costa, ci ritroviamo a Casa Martignoni, e, poco oltre, sulla vetta del Monte Borla (1469m): un vero e proprio balcone sulle Apuane e sul Litorale.
Da lì, nelle giornate più limpide, lo sguardo spazia dall'Isola d'Elba, alla Gorgona, alla Capraia, alla Corsica ed a Portovenere.
Questo panorama, insieme, purtroppo, a quello dello scempio delle cave di marmo, ci accompagna per tutta la discesa dal Borla, che effettuiamo non da dove siamo arrivati, ma, tornati a casa Martignoni, imboccando il sentiero, non numerato ma ben evidente sulla sinistra, che costeggia lato mare tutta la cresta della montagna.
Ci ritroviamo, così, ancora sui Prati di Campocecina, e, seguendo un'ampia traccia, sempre tenendoci a sinistra ci troviamo sull'ampio stradello che, passando sotto il Rifugio Città di Carrara, scende al Ristorante Belvedere, sulla carrozzabile.
Oltrepassato il Belvedere, notiamo a sinistra l'indicazione del 185, in zona Acquasparta, che in circa un'ora ci porterà al punto di partenza.