SENTIERO CAI 179
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
23 marzo 2016

(f.f.) questo interessante sentiero unisce due importanti passi nel cuore delle Apuane settentrionali. Interessanti sono i panorami e le testimonianze storiche.

 
 

SENTIERO 179

Il sentiero è di competenza del Cai sezione Pisa.

Tragitto

Foce di Giovo (1500 m) [innesto sentieri 37, 175, 181] – innesto sentiero 186 - Rifugio Orto di Donna (1496 m) - deviazione bivacco K2 - Foce di Cardeto (1642 m) [innesto sentiero 178] - innesto sentiero 36 - Passo della Focolaccia (1642 m) [innesto 148, 167, 177]

In prossimità del rifugio Orto di Donna un breve tratto è comune con il sentiero 186; da Foce di Cardeto un altro breve tratto è comune con il sentiero 178; il tratto finale è comune con il sentiero 36.

Informazioni sulla zona di partenza

Per arrivare ai punti di partenza del sentiero è necessario usare altri sentieri apuani, alcuni molto lunghi e disagevoli. Il più semplice è il sentiero 37 che dal Rifugio Donegani porta alla Foce di Giovo in circa 1 ora. Per gli altri itinerari rimandiamo alle voci sulla Foce di Giovo e il Passo della Focolaccia più avanti in questo articolo.

Descrizione del percorso

Difficoltà: E (facile), il sentiero non è comunque mai banale, richiede attenzione e concentrazione nei tratti su roccia. La neve può permanere anche in primavera avanzata complicando un po' le cose. Decisamente più difficoltoso con neve e ghiaccio.

Stato del sentiero: ben segnato e la traccia è evidente

Tempi: andata: 3 ore; ritorno: 2 ore 50'

Il percorso

Sintesi: percorre la parte alta di Orto di Donna  e continua seguendo le pendici del Monte Cavallo. Il percorso è costituito da saliscendi, senza perdere quota in modo consistente. Il primo tratto è molto ameno ed entra nel bosco costeggiando la cresta Garnerone con tratti aperti molto panoramici, poi continua fino alla cava 27, con qualche tratto che richiede la giusta attenzione. Dal rifugio supera un piccolo ravaneto e in pochi minuti arriva presso il bivacco K2. Poi segue le pendici del Monte Contrario e poi quelle del Monte Cavallo in una zona chiaramente carsica per la presenza di doline e di nevai. Anche questo tratto è essenzialmente nel bosco, la parte finale invece esce dal bosco e sale fino alla Foce di Cardeto. Qua il sentiero scende fino alla Buca della Neve e all’imbocco della via normale per il Pisanino, poi percorre le pendici del Monte Cavallo lasciandosi a sinistra il 178 per l’Acqua Bianca. Il percorso finale è su roccette per poi confluire nella marmifera che porta al passo.

L'inizio del sentiero è la panoramica Foce di GiovoFoce di Giovo , un’ampia sella erbosa a 1500 metri di quota tra la Cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello che mette in comunicazione la Valle di Vinca con la Val Serenaia. Il panorama è splendido sul Sagro e le sue propaggini e sul Pisanino, sul Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza e sulla Cresta Garnerone. Spostandoci di pochi metri possiamo godere di bella vista sull’intero Orto di Donna (monti Cavallo, Contrario e Zucchi di Cardeto). Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione. La Foce è un nodo importante di sentieri ed è presente una palina con le indicazioni dei sentieri: a nord il 181 per il Giovetto (da cui si stacca la via normale per ascendere al Pizzo d’Uccello), Foce Siggioli e Ugliancaldo; il 175 che scende in basso per Vinca, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno. Infine il 179 che stiamo per percorrere diretto a Cava 27 e al rifugio Orto di Donna e poi alla Foce di Cardeto e a Foce della Focolaccia. Il nostro sentiero si sviluppa a saliscendi per la Valle dell'Asino e costeggia la Cresta Garnerone ed è sempre molto panoramico sulla Val Serenaia e i monti che la circondano: Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo e Contrario e il Pizzo che rimarrà dietro di noi. Il primo tratto è in discesa ed è un'ampia mulattiera in buon stato nel boschetto di giovani faggi molto bello con le colorazioni autunnali. A 08' il sentiero sale ed esce dal bosco e proseguiamo tra sfasciumi di marmo con un tratto di sentiero intagliato nella roccia. Ricordiamo che in zona, in autunno, si trovano alcuni interessanti esemplari di Gentianopsis ciliata con i suoi bei fiori azzurri. A 14' arriviamo al primo di una serie di punti panoramici sulla valle e le sue cime. Ora scendiamo sempre su sfasciumi tra rari alberi e a 23' sulla destra, in alto, scorgiamo la zona della finestra Grondilice tra la Forbice e il Monte Grondilice, cui arriva il sentiero 186 che incroceremo più avanti. Risaliamo un po' e a 27' siamo a un altro punto panoramico sulle rocce. Scendiamo e proseguiamo per saliscendi e dopo 5' entriamo decisamente nel bosco. A 49' siamo a un altro punto panoramico aperto da cui scendiamo ancora nel bosco, più avanti scorgiamo sulla destra l'ingresso di una grotta e a 55' siamo sopra una vecchia cava. Saliamo ancora e in breve siamo a un punto panoramico su Contrario e Cavallo e sul rifugio Orto di Donna. Scendiamo nel bosco e a 01h 07' arriviamo al bivio tra il 179 e il sentiero 186 che, dal sottostante rifugio, si dirige alla finestra Grondilice (da cui si può salire alla vetta del monte) e a foce Rasori. Scendiamo a sinistra un tratto piuttosto ripido fino a un vecchio muro e a 01h 12' siamo al rifugio Orto di Donna. Questo è il terzo rifugio della valle e fu inaugurato nel 2005 ristrutturando l’edificio di cava 27 (la cava più alta del bacino) a opera del comune di Minucciano e del Parco delle Apuane, con finanziamenti UE. Nei pressi c’è una scuola di roccia e palestre di roccia attrezzate, ricordiamo che il rifugio è aperto solo nella buona stagione o su richiesta. Da sinistra arriva al rifugio la marmifera che inizia da val Serenaia e si portava a cava 27. A fianco del rifugio scende verso sinistra il sentiero 180 diretto in prossimità del rifugio Donegani. Poco più avanti, mentre il nostro sentiero scende lievemente verso sinistra, a destra sale un sentiero di cava diretto a vecchi e infruttuosi tentativi di aprire cave alle pendici del Contrario. Continuando poi una traccia porta al Passo delle Pecore cui arriva la ferrata del Contrario, il disagevole sentiero dei Prataccetti e inizia il percorso più semplice per salire alla vetta del Contrario. Il sentiero ora prosegue per un piccolo ravaneto, entra nel bosco e a 01h 12' arriviamo presso dei ruderi alla sinistra dei quali uno stradello porta in poche decine di metri alla capanna K2 (1500 m) del Cai di Carrara che spicca con il suo colore arancione. Essa è importante punto di appoggio per le escursioni e le scalate in zona, specialmente in inverno poiché la neve permane a lungo data l’altezza, c’è da dire che, purtroppo, la capanna K2 è stata oggetto di atti di vandalismo sempre molto sconcertanti a queste quote. Il tratto di sentiero che ora percorriamo si sviluppa in saliscendi e falsopiano fino alla salitina finale per la foce di Cardeto e costeggia prima le propaggini del Contrario e poi quelle del Cavallo. Dopo la zona del K2 saliamo un po' e poi usciamo dal bosco godendo dei panorami della valle fino a rientrare nella faggeta che si sviluppa in ambiente carsico con inghiottitoi e neve che persiste anche a primavera inoltrata. A 02h usciamo nuovamente dal bosco e proseguiamo in falsopiano per poi risalire il tratto finale che ci porta a 02h 10' al cartello dei sentieri: qua arriva il 178 da Val Serenaia che si innesta più avanti  nel 36 (marmifera dell'Acqua Bianca)Rifugio Val Serenaia e che per un tratto coincide con il nostro sentiero. Ora saliamo più ripidamente per portarci in 5' alla foce di Cardeto, questa è un intaglio roccioso tra la cresta nord del Monte Cavallo e il Pizzo Altare che è il più meridionale degli Zucchi di Cardeto. Essa è detta anche Foce di Mezzo o foce delle Forbici (termine riferito agli Zucchi) ed è il valico tra la valle di Orto di Donna e la Valle dell’Acqua Bianca. Mette in comunicazione Val Serenaia con il passo della Focolaccia e la zona di Resceto e Forno nel massese e con Gorfigliano e Campocatino in Garfagnana. Sulla destra sale una traccia impegnativa che percorre la cresta NO del Cavallo. Adesso scendiamo tra qualche faggio e a 02h 20' siamo la bivio per il Monte Pisanino nei pressi della Buca della Neve (che rimane sulla destra) in cui la stessa si conserva anche in estate, negli ultimi anni però la quantità di neve che rimane in estate è molto diminuita. Il sentiero per il Pisanino è segnato di blu ed è lungo e impegnativo. In zona prosperano numerosi interessanti endemismi apuani come l'Arenaria bertolonii, la Globularia incanescens, la Santolina pinnata e la Astrantia pauciflora. Continuiamo il sentiero che costeggia le pendici basse del Monte Cavallo e che è molto panoramico sulla Roccandagia e sulla Tambura che sono di fronte e a 02h 28’ c’è una deviazione a sinistra che porta alla via di cava, qua scende il sentiero 178. Noi proseguiamo per le propaggini del Cavallo tra paleo e rocce e a 02h 40' superiamo una lastronata liscia in cui sono scavate delle pedate che aiutano nella progressione. Proseguiamo e poi scendiamo a recuperare la marmifera dove arriviamo a 02h 50' essa in una decina di minuti ci porta al passo della Focolaccia. Esso è un largo valico tra il Monte Cavallo e la Tambura, a confine tra il comune di Massa e quello di Minucciano. È un antico valico che metteva in comunicazione Gorfigliano (Minucciano) e Resceto (Massa), qua fu costruito nel 1902 il bivacco Aronte, primo rifugio sulle Apuane. Con il tempo la zona è stata devastata dall’estrazione del marmo, facilitata dall’apertura della marmifera da Gorfigliano. Al passo arrivano diversi sentieri: il 166 e il 166A (vecchie vie di lizza) da Resceto; il 36 da Forno e, da parte opposta, da Gorfigliano (per via di cava); il 148 per la vetta della Tambura e il passo omonimo; il 167 da Biforco per Case Carpano; il 177 da Campocatino per il passo della Tombaccia e il 179 che abbiamo appena percorso.

Aspetti di rilievo del sentiero

Foce di Giovo

Detta anche Foce di Giogo, cioè valico, dal latino jŭgum (= cima, catena di monti, giogaia, valico). È un’ampia sella erbosa a 1500 metri di quota tra la Cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello che mette in comunicazione la Valle di Vinca con la Val Serenaia. Il panorama dalla foce è splendido sul Sagro e le sue propaggini, sulla Cresta Garnerone, sul Pisanino e sul Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza, ma spostandoci di pochi metri possiamo godere di bella vista sull’intero Orto di Donna (monti Cavallo, Contrario e Zucchi di Cardeto. Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione. La Foce è un nodo importante di sentieri ed è presente una palina con le indicazioni degli stessi: a nord il 181 per il Giovetto (da cui si stacca la via normale per ascendere al Pizzo d’Uccello), Foce Siggioli, Ugliancaldo e Pieve San Lorenzo, il 175 che scende in basso per Vinca, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, in parte, coincide con il 175. Infine il 179 per il rifugio Orto di Donna, Foce di Cardeto e PassoVal Serenaia della Focolaccia  a sud.

Rifugio Donegani

È situato a 1121 metri in Val Serenaia alle pendici est del Pizzo d’Uccello, proprio di fronte al Monte Pisanino, sulla marmifera per le cave di Orto di Donna. Il primo rifugio in zona, conosciuto come Donegani vecchio, si trova, ormai diruto, cento metri più in alto (quota 1282 metri) sulla strada per Cava 27 alle pendici della Cresta Garnerone. Esso si trovava tra la cava 10 e la 12 ed era stato inizialmente ricovero di cavatori della società Montecatini. L'edificio fu costruito verso il 1860 e fu trasformato in rifugio a opera del Cai di Lucca con la fattiva collaborazione dell’ingegner Guido Donegani (Livorno1877 - Bordighera 1947). Egli fu amministratore delegato e poi presidente della Montecatini, presidente della Banca Commerciale Italiana, deputato e senatore fascista e, soprattutto, appassionato di montagna. In seguito il rifugio fu spostato dove si trova attualmente, la struttura su due piani ha 52 posti letto e funziona anche da ristorante. Il rifugio Donegani chiuse alla fine del secolo (1997) per poi riaprire come struttura privata, con lo stesso nome, nel 2005. In seguito (2007) è stata stipulata una convenzione con il Cai nazionale con apertura di un locale invernale e sconti per i soci. Da esso parte il sentiero 37 per la Foce di Giovo e la Capanna Garnerone, il 37 A per Orto di Donna che si innesta nel precedente e il 187 per Foce Siggioli. Poco distante inizia il sentiero 180 per cava 27. Storicamente il rifugio Donegani è stato il punto di appoggio per escursionisti e scalatori della zona di Val Serenaia - Orto di Donna. Da qua si può salire sul Pisanino, sul Pizzo d’Uccello, sul Grondilice, sul Contrario e sul Cavallo e si può accedere facilmente al Passo della Focolaccia e al Monte Tambura. Numerose possibilità sono riservate ai rocciatori: dagli Zucchi di Cardeto, ai vari percorsi del Pizzo e della cresta Garnerone.

Rifugio Val Serenaia

È un rifugio privato che si trova a quota 1068 metri poco prima che la strada salga per il Rifugio Donegani. Era l’antica casa dei guardiani delle cave nel fondo valle e fu ristrutturata nei primi anni del duemila. È aperto da giugno a settembre e poi su richiesta, ha 24 posti letto. Al rifugio è annesso il campeggio che si trova a 100 metri di distanza immerso nel verde e nel fresco dei faggi. Nelle vicinanze partono i sentieri 178 e 180, il primo diretto alla Foce di Cardeto e il secondo al Rifugio Orto di Donna. È punto di appoggio per le numerose escursioni possibili in zona ed è usato come ristorante da comitive di gitanti desiderosi solo di respirare aria pura.

Val Serenaia

Questa valle, in alto di chiara origine glaciale (ghiacciaio di Gramolazzo risalente al würmiano), mentre in basso è scavata dal Serchio di Gramolazzo, si trova interamente nel comune di Minucciano ed è attraversata da una strada asfaltata che si stacca presso la galleria, a circa 800 metri di quota, dalla provinciale che unisce MinuccianoOrto di Donna e Gramolazzo. La strada passa per Foce Rifogliola e costeggia Poggio Baldozzana e la costiera della Capradossa le cui pendici sono ammantate da faggi, mentre il versante opposto è dominato dal possente versante settentrionale del Monte Pisanino. La strada si sviluppa per circa 6 km in parte all’interno di un fitto bosco e arriva presso il Rifugio Val Serenaia e il vicino campeggio con ampio parcheggio da cui sale, verso destra, per finire al vicino Rifugio Donegani. Oltre questo essa diventa una marmifera chiusa da una sbarra e sale alle cave del versante nord-orientale della Cresta Garnerone. Il piano di Serenaia, a quota 1050 metri, costituisce il fondovalle. I prati sono ricchi di piante belle e rare che danno il meglio di sé nella fioritura tardo primaverile: ricordiamo il Giglio di S. Giovanni, il Giglio Martagone e la rara Peonia Selvatica. La zona è dominata dalla massa del Monte Pisanino sulla destra orografica. La testata della valle è costituita dagli Zucchi di Cardeto, dal Monte Cavallo, dal Contrario e dal Grondilice mentre a sinistra c’è la cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello. C’è da aggiungere che questa zona detiene il record di piovosità nelle Alpi Apuane superando i 3000 millimetri annui. La testata della Valle è occupata da una bella faggeta ricca, specialmente nel versante destro orografico, di massi caduti in tempi lontanissimi dalle falde degli Zucchi e molto piacevole a percorrersi seguendo il sentiero 178. I tre rifugi presenti in zona: Val Serenaia, Donegani, Orto di Donna, oltre il bivacco K2 e il campeggio a fondovalle, rendono più agevoli le moltissime escursioni e scalate possibili in zona. Infatti Val Serenaia è percorsa da diversi sentieri, il 178 per la foce di Cardeto e la marmifera dell'Acqua Bianca, il 180 per il Rifugio Orto di Donna, il 187 per Foce Siggioli, il 179 da foce di Giovo al Cardeto e al passo della Focolaccia, il 37 e 37 A per foce di Giovo (con il primo che prosegue fino a Forno, mentre il secondo si innesta nel primo), il 181 da Foce di Giovo per Foce Siggioli e Pieve San Lorenzo. La toponomastica è incerta: per la cartina IGM Val Serenaia è l’intero bacino del Serchio di Gramolazzo e Orto di Donna è la conca prativa in testata alla valle. Per altri invece Serenaia è la conca e Orto di Donna sono le pendici sotto la Foce di Giovo, altri ancora usano i due termini come sinonimi.

Orto di Donna

È così chiamata la parte alta di Val Serenaia sotto la cresta Garnerone e il Monte Grondilice. Essa è occupata per buona parte da un bosco di faggi. È stata, dalla seconda metà del 1800, ed è ancora di più oggi, oggetto di escavazione intensiva di marmo che ha cambiato la fisionomia della valle in particolare con i suoi estesi ravaneti che hanno distrutto porzioni consistenti di bosco. Solo in inverno, quando la coltre nevosa nasconde le cave, la valle torna ad acquisire l’antica e incontaminata fisionomia. È attraversato da una via di cava principale che porta al rifugio di cava 27 oggi rinominato rifugio Orto di Donna. La parte alta di Orto di Donna è percorsa dal sentiero 179 da Foce di Giovo per Foce di Cardeto. Su esso si innesta il sentiero 186 per la Finestra Grondilice e Foce Rasori. In Orto di Donna, nel versante nord, del Monte Contrario, in habitat dominato dal faggio è presente una piccola popolazione relitta di abete bianco (Abies alba). Per evitare il rischio di estinzione, sin dagli anni novanta del secolo scorso, sono iniziati interventi di recupero in situ a opera del Parco delle Alpi Apuane con risultati, al momento, non incoraggianti.Passo delle Pecore

Rifugio Orto di Donna

Si trova a quota 1496 metri in prossimità del Passo delle Pecore, fu inaugurato il 29 giugno 2005. È il terzo rifugio della zona e fu costruito ristrutturando l’edificio di cava 27 (la cava più alta del bacino) a opera del comune di Minucciano e del Parco delle Apuane, con finanziamenti UE. Nei pressi c’è una scuola di roccia con palestre di roccia attrezzate. Si accede al rifugio da Val Serenaia con il sentiero 180 oppure con la marmifera che continua la strada asfaltata di fondovalle. Al rifugio arriva anche il 179 da Foce di Cardeto o da Foce di Giovo, inoltre arriva il 186 da Foce Rasori per la Finestra Grondilice. Una vecchia marmifera e poi tracce di sentiero portano al Passo delle Pecore (e quindi alla ferrata del Contrario e al sentiero dei Pradaccetti per gli Alberghi) e in vetta al vicino Monte Contrario. È punto di appoggio per numerose scalate, anche se il Donegani rimane in posizione più favorevole per il Pizzo d'Uccello e il Pisanino. È aperto solo nella buona stagione e poi su richiesta, ha 34 posti letto ed è dotato di locale sempre aperto.

Passo delle Pecore

È la depressione maggiore che si trova tra la Forbice e il Monte Contrario a quota 1607 metri ed è facilmente raggiungibile per marmifera e poi tracce di sentiero da Cava 27. In zona esistono due distinte insellature: quella est, chiamata Foce del Contrario dagli autori della guida ligure delle Apuane nel 1921, e quella ovest, Sella dei Pradacetti, distante qualche centinaio di metri e più vicina alla Forbice. La sella est è il Passo delle Pecore per quanto non sia realmente un vero passo come lo è invece la sella dei Pradacetti. Poco a ovest del passo arriva la ferrata del Monte Contrario dagli Alberghi. Dal passo si gode un ottimo panorama su Pisanino e Val Serenaia, sulla costa e sull'aspra parete sud del Contrario. Da qua, inoltre, parte il sentiero per la vetta del Monte Contrario.

Capanna K2

Si trova nella parte alta di Orto di Donna alle pendici settentrionali del Monte Contrario. È situata nel bosco a 1500 metri in prossimità del sentiero 179 (Foce di Giovo - Passo della Focolaccia). Dopo cinque minuti dal Rifugio Orto di Donna, in direzione della Foce di Cardeto, presso dei ruderi uno stradello di poche decine di metri porta alla capanna che spicca con il suo colore arancione. La capanna K2 è un prefabbricato metallico formato da un unico ambiente con tavolato per 6 posti letto, stufa a legna e utensili per cucinare, l’acqua può essere trovata a una fonte vicina che, però, spesso è secca. A pochi metri si gode di bella vista sul Pisanino e gli Zucchi di Cardeto. La capanna è sempre aperta, ovviamente in inverno, negli altri periodi serve la chiave. C’è da dire che, purtroppo, la capanna K2 è stata segno di atti di vandalismo sempre molto sconcertanti a queste quote e quindi, ormai, rimane sempre aperta. La capanna è importante punto di appoggio per le escursioni e le scalate in zona, specialmente in inverno in quanto la neve permane a lungo, data l’altezza, spesso anche a primavera inoltrata. Fu costruito nel giugno 1968 dall’Associazione “ K2 Club” di Avenza e poi donato alla sezione di Carrara del CAI nel 1988 nella ricorrenza del centenario dellaCapanna K2 sua fondazione. La donazione ufficiale avvenne il 9 ottobre 1988 alla presenza di un centinaio di soci delle due associazioni, in particolare i due presidenti: Filippo Braccini (K2) e Pier Luigi Ribolini (CAI Carrara). Partecipò anche la guida alpina di Courmayeur Ubaldo Rey (1923 - 1990) presidente onorario dell'Associazione K2 e membro della spedizione italiana al K2 nel 1954.

Foce di Cardeto

È un intaglio roccioso posto a 1642 metri tra la cresta nord del Monte Cavallo e il Pizzo Altare che è il più meridionale degli Zucchi di Cardeto. Detto anche Foce di Mezzo o Foce delle Forbici (quest'ultimo termine è riferito agli Zucchi), è il valico tra la Valle di Orto di Donna e la Valle dell’Acqua Bianca. Mette in comunicazione la Val Serenaia con il Passo della Focolaccia e la zona di Resceto e Forno nel massese e con Gorfigliano e Campocatino in Garfagnana. Qua arriva il sentiero 178 dal Val Serenaia che si immette poi nel 36 e  il 179 da Foce di Giovo per il Passo della Focolaccia. La foce è  transito obbligato per la via normale al Pisanino e per le scalate al Cavallo partendo da Val Serenaia.

Valle dell'Acqua Bianca

Anche Acquabianca. Il fosso dell’Acqua Bianca è tributario del lago di Gramolazzo e quindi del Serchio e passa presso Gorfigliano. La segheria omonima si trova alla confluenza delle marmifere locali, tra cui ricordiamo quella che scende dal Passo della Focolaccia (sentiero 36). Viene chiamata Valle dell’Acqua Bianca la zona sotto il versante est del Pisanino e delimitata dal Monte Cavallo fino al paese di Gorfigliano. Le cave locali (bacino omonimo) sono state aperte all’inizio del 1900 dando stimolo allo sviluppo del piccolo borgo di Gorfigliano che era preesistente. In zona esisteva anche una ferrovia marmifera, poi smantellata, che trasportava il marmo dai bacini più alti fino a Gramolazzo. Oggi alcune cave sono inattive mentre altre sono ancora funzionanti (cava Bacolaio, cava Freddia, cava Pungitopo). In alto alla valle, sotto le pendici del Cavallo, passa il sentiero 179 (Foce di Giovo - Passo della Focolaccia) e il 178 proveniente da Val Serenaia che si innesta nella marmifera.

Passo della Focolaccia

Si trova a quota 1650 metri ed è un largo valico tra il Monte Cavallo e la Tambura, a confine tra il comune di Massa e quello di Minucciano. Il termine deriva dal latino faux, faucis (= fauce, gola di animale; foce, passo montano). Termini simili sono abbondanti in tutta la zona apuana. Focolaccia invece di Focoraccia deriva da rotacismo di l per influenza dialettale lucchese. Il passo è un antico valico che metteva in comunicazione Gorfigliano (Minucciano) e Resceto (Massa), qua fu costruito nel 1902 il bivacco Aronte, primo rifugio sulle Apuane. Con il tempo la zona è stata devastata dall’estrazione del marmo, facilitata dall’apertura della marmifera per Gorfigliano. Si arriva qua da Resceto con i sentieri 166 e 166 A che sono antiche vie di lizza; da Forno con il 36 (per il Canal Cerignano) e il 167 (da case Carpano per Forcella di Porta) e da Val Serenaia, per la Foce di Cardeto, con il 179; da Campocatino, per il passo della Tombaccia, con il 177 e da Gorfigliano per via di cava (oggi sentiero 36) e con il 148 da Passo della Tambura che passa per la vetta di questo monte.. Da tempo l’attività estrattiva in zona è fonte di proteste da parte degli ambientalisti a causa delle trasformazioni che la stessa ha causato, in maniera ormai irreparabile, all’originaria conformazione del passo. Inoltre sta crescendo di dimensioni il ravaneto che scende dalle cave nel versante verso Gorfigliano.

Bivacco Aronte

È situato, nel comune di Massa, a 1642 metri a breve distanza dPasso della Focolacciaal Passo della Focolaccia, tra la Tambura e il Monte Cavallo. È dominato dalla Coda del Monte Cavallo e dalla Punta Carina. È raggiungibile da Resceto e da Forno, nel versante massese delle Apuane, e da Campocatino e da Gorfigliano nel versante garfagnino. Vi arrivano molti sentieri: il 36 da Biforco o da Gorfigliano, il 167 da Forno e Case Carpano, il 166 e 166 A da Resceto, il 177 da Vagli e Campocatino, il 179 da Foce di Giovo per Foce di Cardeto e il 148 dal Passo della Tambura. La zona in cui si trova il bivacco è stata completamente modificata dall’attività estrattiva sia nel versante massese che in quello garfagnino, in particolare dagli anni ’70 del XX secolo. Il nome del bivacco è quello dell’indovino Aronte citato da Dante nella Divina Commedia (Inferno: Canto XX vv 45-52): “Aronta è quei ch’al ventre lì s’atterga/ che nei monti di Luni, dove ronca/ lo Carrarese che di sotto alberga,/ ebbe tra’ bianchi marmi la spelonca/ per sua dimora onde a guardar le stelle/ e’l mar non li era la veduta tronca”). Fu eretto nel 1902 dalla sezione ligure del Cai e fu il primo rifugio costruito sulle Apuane ed è anche quello a maggior quota. Attualmente è  in uso alla sezione del Cai di Massa  che lo ha ottenuto in comodato gratuito per 30 anni. Gli alpinisti genovesi, insieme a quelli fiorentini, furono i primi a scalare le vette delle Apuane. In questo furono favoriti dalla presenza a Forno di Massa del Cotonificio Ligure, proprietà del genovese Giovanni Battista Figari, amante della montagna, che volentieri ospitava i conterranei. Inoltre i collegamenti erano buoni: la ferrovia Genova-Pisa con fermata a Massa e la tramvia Massa-Forno. Tra i genovesi si distinsero Lorenzo Bozano, Emilio Quèsta e Bartolomeo Figari che salirono per primi diverse vette apuane. Nel 1901 il Cai ligure fece richiesta al comune di Massa di 100 mq al Passo della Focolaccia (comunello di Resceto) per costruirvi un rifugio. La scelta non fu casuale, ma legata all’importanza strategica della zona, nodo di sentieri frequentati da pastori, uomini delle nevi e uomini del sale. Il 25 maggio 1901 fu dato il consenso e i lavori iniziarono subito, a giugno, su progetto di Carlo Agosto. La struttura è a sesto acuto, un solo ambiente con cucina a legna e due tavolati sovrapposti per dormire. Le dimensioni sono 4x6 metri e altezza circa 4 metri. I lavori finirono il 2 ottobre 1901 e l’inaugurazione avvenne il 18 maggio 1902 con la presenza di 46 persone tra cui Bozano, Quèsta e Bartolomeo Figari. Il pastore rescetino Giovanni Conti fu a lungo custode del rifugio e guida per gli escursionisti, suo successore fu poi il figlio Nello. Il 27 maggio 1928, in ritardo di un anno, furono festeggiati i 25 anni del bivacco con l’inaugurazione di una lapide che ricorda anche Bozano e Quèsta, entrambi morti in giovane età, il primo di spagnola e il secondo in montagna. Durante l'ultima guerra il rifugio fu anche brevemente occupato da soldati tedeschi. Verso gli anni ’70 iniziò la decadenza, la zona ormai era invasa dalle cave che avevano anche distrutto le antiche fonti di acqua e il Cai ligure non era più interessato al suo antico rifugio. Questo era ormai tutto scrostato e decrepito e abbandonato al vandalismo. Finalmente nel 1988 il Cai ligure lo cedette alla sezione di Massa in comodato gratuito per 30 anni e questa provvide a consolidarlo e restaurarlo, esso fu impermeabilizzato, intonacato e reso di nuovo agibile. Il 15 settembre 2002, Anno internazionale della Montagna, i Cai toscani, emiliani e liguri celebrarono il centenario del rifugio con l’inaugurazione di una lapide ricordo. In effetti nel 2007 la lapide non c’era più, presumo a causa di atti di vandalismo. Sul retro ci sono altre due lapidi: una marmorea del 1932 in memoria dei morti in montagna e una targa metallica in memoria di Carlo Genoni morto sulle Apuane nel 1970. Il bivacco è sempre aperto, ma purtroppo esposto agli atti di vandalismo. Nel 2002, in occasione del centenario dell’Aronte, la sezione di Massa del CAI ha pubblicato un opuscolo molto interessante con testi e immagini dal titolo “1902 – 2002 Cento anni di Aronte”.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Esistono interessanti possibilità di escursioni con il sentiero 179, ne elenchiamo alcune tenendo presente che non si può iniziare dalla Foce di Giovo.

  • Traversata Val Serenaia - Resceto: dal Rifugio Donegani si sale alla Foce di Giovo, si percorre completamente il 179, poi con il 148 si sale alla Tambura e si arriva al Passo della Tambura dal quale si scende a Resceto mediante la Vandelli. Servono oltre 9 ore con le soste e buon allenamento, i panorami sono indimenticabili.

  • Rifugio Donegani - vetta del Monte Tambura e ritorno: dal Rifugio come il precedente fino alla vetta, poi si torna indietro e alla Foce di Cardeto si segue il 178 fino in Val Serenaia, dove si sale al Donegani. Servono circa 8 ore.

  • Anello di Orto di Donna: dal campeggio con il 178 si sale al Passo del Cardeto dove si prende il 179 fino a Foce di Giovo da cui con il 37 si va la Rifugio Donegani e si scende al punto di partenza. In alternativa arrivati al Rifugio Orto di Donna si può scendere sia con il sentiero 180 che con la marmifera. Servono dalle 6 alle 7 ore.

  • Anello del Grondilice: dalla fine della strada di Vinca si prende il 153, poi un sentiero non numerato, ma ben evidente, si recupera il 37 e si arriva alla Foce di Giovo. Qua con il 179 si arriva all'innesto con il 186 che si segue fino alla Finestra Grondilice per seguire fino a Foce Rasori da cui con il 37/173 si arriva alla Nuova Capanna Garnerone e con il 153 si torna al punto di partenza. Servono circa 6 ore.


Itinerari relativi al sentiero CAI 179 presenti sul sito
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Commento

Il sentiero 179 si sviluppa nel cuore delle Apuane settentrionali con panorami notevoli. Il percorso non è lungo, né difficile, ma le difficoltà aumentano molto con la neve e con il ghiaccio. Notevole è anche l'interesse naturalistico per le molte fioriture di endemismi apuani. Sostando nei rifugi presenti in zona o nel campeggio è possibile visitare tutta la Val Serenaia e salire alle interessanti vette che la circondano.