FATONERO
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
20 Novembre 2008

(f.f.) il Fatonero è un bosco abbarbicato al monte Fiocca pieno di fascino e di mistero che si percorre sempre con piacere per dirigersi da Arni al Passo di Fiocca ed oltre. È ben visibile da lontano la sua macchia verde-scuro che cambia colore con le stagioni.

CONCA DI FATONERO

È la conca erbosa a sud-est del Monte Fiocca, nel comune di Vagli di Sotto, che ospita una bella faggeta intorno ai 1400 metri di quota. La conca in basso si spoglia della sua vegetazione trasformandosi nel canale roccioso percorso dal Fosso omonimo che in località Tre Fiumi confluisce con la Tùrrite Secca.salendo verso la Pania della Croce, a sinistra la vetta del Fiocca con la macchia scura del Fatonero, a destra il monte Sumbra A sud la conca è chiusa dal Malpasso mentre a nord si trova il Passo Contapecore dal quale, in pochi minuti, si arriva al Passo di Fiocca. La conca è attraversata da alcuni rivoli ed in particolare nasce qua il Fosso del Fatonero. L’abbondanza di erba e di acqua ne facevano un luogo molto frequentato, in passato, dai pastori.

BOSCO DI FATONERO

L’origine del nome è da faeto-a dal latino fagetum diffuso nella toponomastica toscana dal X secolo e proprio Fatonero è il toponimo più alto nella nostra regione.

Quindi è priva di consistenza l’idea che il nome derivi da un “fatto nero”, cioè da un episodio di sangue avvenuto nell’antichità. In realtà il nome è riferito a faggio nero ed al fatto che il fitto bosco non lasciasse passare i raggi solari: da lontano il bosco appare come una macchia verde-nera. Nella fantasia popolare il bosco era abitato da folletti e dal famigerato Linchetto[1], dispettoso e disturbatore sia di uomini che di animali. Gli spiriti ed i folletti di notte vagavano per il bosco e danzavano tenendosi per mano e creando magici giochi di luce.

Non penso che i pastori vagassero di notte per queste lande, ma certo l’ambiente non doveva essere dei più rassicuranti.

Queste storie sono sopravvivenze di miti e riti dei Liguri Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari delle foreste a cui si sono sovrapposti poi miti latini e germanici. Non dimentichiamo che i liguri furono sostituiti da popolazioni di origine latina che si mescolarono poi con tutte le genti che invasero a più riprese la penisola italiana portando con sé le loro tradizioni.

SENTIERO 144

Il bosco del Fatonero è percorso dal sentiero 144:

Arni (916m) – Malpasso (1425m) – Fatonero - Passo del Contapecore (1472m) - Passo di Fiocca (1560m) innesto sentiero 145 - Passo Sella (1500m).

Il primo tratto del sentiero segue balze erbose piuttosto ripide con bella vista sul Monte Altissimo e sul Macina fino ad arrivare ad una panoramica cresta rocciosa che si stacca dal monte Fiocca. il bosco visto dalla vetta del monte Sumbra, sullo sfondo il monte AltissimoArrivati alla base del monte il sentiero prosegue a destra per tratti scalinati e poi erbosi per poi seguire la conformazione del monte (cresta sud-est). Si comincia a vedere l’inconfondibile sagoma a panettone del Monte Sumbra ed il sentiero arriva al Malpasso da cui scende a sinistra in direzione del bosco del Fatonero per un tratto di rocce scistose dove è necessario scendere con cautela. A questo punto si attraversa il bosco ed il sentiero, molto ameno, incontra alcuni rivoli di acqua ed una piccola prateria a lamponi. Attraversato il bosco il sentiero prosegue a mezza costa ed arriva ad una selletta panoramica (passo Contapecore) presso un poggetto, poi continua in salita, inizialmente per un tratto erboso, poi risale roccette ed infine percorre un bel tratto su un lastrone di marmo che porta al Passo di Fiocca. Qua, a destra, si stacca il sentiero 145 per la vetta del monte Sumbra mentre, a sinistra, tracce di sentiero portano alla vetta del Fiocca. Il sentiero 144 scende per una valle carsica per poi risalire, attraversare la cresta nord del Fiocca ed arrivare infine ai prati del Passo Sella. Scendendo per la marmifera (sentiero 31) si torna ad Arni chiudendo l’anello.

La prima parte del sentiero è molto pericolosa in inverno con il ghiaccio.

Fosso del Fatonero

È un torrente che nasce alle pendici del Fiocca ed attraversa il bosco omonimo. Forma un canale tra le pendici sud-est del monte Fiocca ed un contrafforte in direzione più marcatamente sud-est che scende dal Passo di Fiocca e divide la vallata del Fosso del Fatonero da quella del Fosso dell’Anguillaia. Il fosso è tributario della Tùrrite Secca nei pressi di Tre Fiumi. Lungo il fosso possono ammirarsi le Marmitte dei Giganti.

Malpasso

Situato a 1425 metri, si trova sul primo contrafforte sud del Monte Fiocca. Da esso si gode di una vista superba sul panettone del Monte Sumbra. Il sentiero 144 scende abbastanza ripidamente verso sinistra per pendii scistosi da fare con una certa attenzione, prima di entrare nel Fatonero.le Apuane Settentrionali dalla vetta della Pania della Croce, il Fatonero è la macchia verde sulla destra

Passo Contapecore

Anche Passo del Contapecore. È una selletta panoramica presso un poggio a quota 1482 metri, con indicazioni di sentiero ed una stele di ardesia piena di nomi. La sella è una decina di metri più bassa del poggio che fa parte del contrafforte che separa la Valle dell’Anguillaia da quella del Fatonero. Proprio di fronte c’è il Sumbra con la sua imponenza e dall’altra parte il Fatonero con il suo verde scuro che gli dà il nome.

Il passo deriva il nome dall’abitudine che avevamo i pastori di contare le loro pecore in questo luogo, poichè era inevitabile che i greggi si mischiassero tra la Valle del Fosso del Fatonero e quella del Fosso dell’Anguillaia. Oggi di pastori non ce ne sono più e nemmeno pecore, sulle vette capita comunque di trovare capre selvatiche che ti guardano con sospetto.

Un bel testo che riporta storie e leggende delle Apuane è il seguente:

Paolo FANTOZZI, “Le leggende delle Alpi Apuane”, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 2006

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note

1 Il Linchetto ha l’abitudine di mettersi a sedere sul petto della sua vittima addormentata impedendogli così di respirare e svegliandolo. È chiara derivazione dell’Incubo dei Romani da incubus=che giace sopra. Nella zona di Massa e Carrara ed in Garfagnana lo stesso folletto viene chiamato Baffardello o Buffardello (carrarino Bafarded) mentre il termine Linchetto è usato nelle zone della provincia di Lucca prossime alle Alpi Apuane. Nonostante la somiglianza i due personaggi presentano alcune differenze probabilmente per il sovrapporsi di archetipi di diversa origine. Somiglianze ci sono anche con i Fauni, divinità italiche legate al mondo contadino, poi diventati folletti e diavoletti con il Cristianesimo. Nel dialetto carrarino è usato come spauracchio per i bambini: Sta atent ch’ a chiam ‘l Bafarded. T’ par ‘l Bafarded: riferito a persona trascurata nell’aspetto, con i capelli in disordine, infatti uno degli scherzi del folletto è di arruffare i capelli alle persone addormentate. ‘l Bafarded è anche smania, irrequietezza che fa girare nel letto senza addormentarsi.